Almanacco del Calcio Toscano

Serie D – Mannella (Montevarchi): 8 ore al lavoro e poi palestra fai-da-te

Lavora otto ore come magazziniere, fino alle cinque del pomeriggio. Appena smonta, sveste le dotazioni di sicurezza, si toglie la mascherina e corre a casa, nella palestra “fai da te” attrezzata tra quattro mura. In un periodo in cui siamo chiamati tutti a dare il massimo e a non mollare, il capitano del Montevarchi Leonardo Mannella, detta la linea ed è un esempio da applaudire. Com’è accaduto un’infinità di volte sul campo, quando ha preso per mano l’Aquila, contribuendo con la sua classe e le tante reti pesanti, firmate dalla Prima Categoria alla Serie D, a riportarla su un palcoscenico adeguato. Lui, figlio di quella città del Marzocco da sempre fiera rivale sportiva della terra di Benedetto Varchi. Non molla adesso e non mollerà di sicuro neanche quando quest’incubo finirà e il talentuoso centrocampista, insieme ai suoi compagni, cercherà di chiudere la stagione nel migliore dei modi: “Come sto? Bene, anche se non mi sarei mai aspettato di dover affrontare una situazione del genere – esclama al telefono il ventitreenne calciatore che in barba alla giovane età ha alle spalle presenze ed esperienza da autentico veterano – e ne parlo spesso con gli altri ragazzi della squadra. Alla fine, quando ci mandiamo dei messaggi o postiamo qualche video sui social la domanda è sempre la stessa. Quando potremo riabbracciarci senza paura? Purtroppo, come tutti, siamo in gabbia ma è necessario comportarsi nel rispetto pieno delle regole. Quanto al lavoro in azienda, per fortuna gli spazi operativi sono ampi e possiamo mantenere le giuste distanze”. Mannella, atleta carismatico e idolo della tifoseria, prima dello stop forzato però ha giocato poco nelle 26 giornate di campionato disputate sin qui, complice un doppio infortunio in avvio di torneo che gli ha fatto perdere posizioni nelle gerarchie dei titolari. Utilizzato assai meno che in passato nello schieramento base, il “guerriero” dell’Aquila non nasconde sulle prime un pizzico di rammarico, ma rilancia immediatamente: “In famiglia mi hanno sempre insegnato che nel calcio come nella vita non conta quanto hai fatto in precedenza. La memoria – riprende il capitano aquilotto – è corta.  Pensavo di aver dimostrato qualcosa per questi colori nei tornei scorsi e vi assicuro che sono lo stesso Leo Mannella di ieri in tutto e per tutto. Ho capito, invece, che occorre rimboccarsi le maniche per recuperare le posizioni perdute. Sono abituato a lottare e la fatica non mi ha mai spaventato. Come sta facendo l’intero spogliatoio del Montevarchi – conclude – m’impegnerò al massimo per essere pronto nel momento della ripresa dell’attività agonistica. Il verbo arrendersi non fa parte del mio vocabolario, questa è una certezza.  Ora, per così dire, riattacco perché c’è da rispettare il programma di preparazione che ci è stato fornito. A presto…almeno spero”.

                                                                                      Giustino Bonci

Da “La Nazione Sport Arezzo”.