Io proprio io: Vincenzo Sabatini
Una porta in faccia al tempo: a 54 anni compiuti di nuovo tra i pali.
di Edoardo Novelli
Io proprio io: Vincenzo Sabatini. L’Almanacco del Calcio Toscano ha incontrato un’icona del calcio dilettantistico toscano, all’indomani del suo ritorno tra i pali sui campi.
Vincenzo Sabatini, orgogliosamente di Porto Ercole, nato l’8 febbraio 1970, segno dell’Acquario.
“Anche mio figlio Francesco è dell’Acquario, ha 14 anni e gioca difensore centrale nella categoria giovanissimi a Orbetello, ha fatto dei provini con Empoli e Fiorentina. Non è un portiere come me, anche se ho provato in tutti i modi a convincerlo, ma è in gamba. Sto molto volentieri con lui” .
Una vita da portiere
Vincenzo Sabatini è una “celebrità” del calcio dilettanti. Una vita da portiere, che sta per diventare un libro curato da Carlo Fontanelli, per la Geo Edizioni di Empoli. Vincenzo ha esordito fra i pali nel 1987 e vanta il record di 458 presenze consecutive in campionato durante 15 lunghi anni, da novembre 1994 a maggio 2009, a suo tempo celebrato con il premio alla “Notte delle Stelle” organizzata da Tv Prato e da Almanacco Calcio Toscano, oltre che in una puntata di “Sfide” su Rai3.
Nel 1995 ha sfiorato il calcio professionistico, quando vinse da titolare il campionato di serie D nel Grosseto, società poi costretta a ripartire dai dilettanti per la mancata iscrizione alla C2.
Domenica scorsa, 25 febbraio 2024, dopo essersi ristabilito da un problema di salute attraversato in estate, è tornato in campo a 54 anni, in Promozione. Con la maglia dei Colli Marittimi, ha superato Peter Shilton come numero di presenze complessive in campionato: adesso sono 1006.
“E posso documentarle tutte, a cominciare dalla prima panchina con il Porto Ercole, il 9 febbraio 1986. La Toscana, la provincia di Grosseto, il comune di Monte Argentario, sono terre di campanilismi, dove qualcuno potrebbe alzarsi la mattina e dire che non è vero, ma posso dimostrare che le ho fatte davvero. Magari ci sarà qualcun altro nei meandri dell’Italia che ne ha fatte di più e non le ha mai contate, di sicuro io le ho fatte e contate bene, arrivare a mille e superarle è tosta!”
La passione comincia a Orbetello
Una passione cominciata molto presto, quando da bambino seguiva le partite dell’Orbetello in serie D.
“Andavo allo stadio di Orbetello, avevo 6-7 anni, e c’era come portiere Sandro Luciani, che purtroppo ci ha lasciato piuttosto giovane. Vedevo lui in porta e volevo emularlo, era un mito per me, come Dino Zoff che poi ho avuto l’onore di conoscere nel 2002 e frequentare di tanto in tanto”.
Il segreto per essere un portiere al di sopra della media? Vincenzo non ha dubbi:
“Deve impegnarsi in tre cose: lavoro, lavoro, e lavoro. Deve avere tenacia, perseveranza, voglia di migliorarsi e mettersi in discussione. Io sono molto esigente con me stesso, anche un po’ presuntuoso, mi sento sempre responsabile nel mio ruolo. Tengo un’agendina con tutti i gol che subisco, me li rileggo, perché quando un portiere prende gol, sotto c’è quasi sempre un errore di qualcuno”.
Il portiere ha solo avversari
L’immaginario associa spesso il ruolo del portiere alla “solitudine” dei numeri 1. Vincenzo Sabatini ha una visione ancora più originale:
“Dico sempre che qualsiasi altro giocatore ha 10 compagni, il portiere invece ha potenzialmente 21 avversari, deve guardarsi anche dalle deviazioni o dai passaggi azzardati dei propri difensori. Il portiere fa sempre la seconda mossa, mai la prima, deve aspettare gli altri, può partire in anticipo solo sul calcio di rigore”.
Fra gli aspetti che rendono quello del portiere un ruolo ingrato c’è quello di rimanere in panchina quando c’è un titolare inamovibile. Vincenzo ci è passato in gioventù, e ricorda così quel periodo:
“Il dodicesimo l’ho fatto anch’io all’inizio della carriera a Porto Ercole e nella stagione 1990-91 a Grosseto in serie D. Poi di nuovo in questa stagione anche se con un significato diverso, essendo già un onore il solo far parte di una squadra in Promozione alla mia età. Cercavo di migliorare per farmi trovare pronto e speravo sempre che il compagno sbagliasse per giocare io, dimostrare che ero più forte. Se un portiere non sente questo può cambiare sport. In queste categorie ancora oggi la partita è tutto, non ti puoi certo accontentare dell’ingaggio come può valere per un professionista”.
Bravo Carnesecchi, però…
Vincenzo Sabatini non ha dubbi su quali siano i migliori portieri italiani del momento.
“Apprezzo Vicario, certamente Donnarumma che ha esperienza ma è ancora giovanissimo, Vedo crescere Carnesecchi, anche se ha un modo moderno di parare che non mi piace, la parata a croce non la sopporto anche perché… mi spaccherei subito tutto!”
Quella volta contro Marcello Lippi
Nella sua lunga carriera ha fronteggiato anche alcune celebrità:
“Ho giocato contro Batistuta in amichevole. Poi venni chiamato dal Sangimignano, mentre ero in promozione con l’Albinia, per una partita di allenamento contro la Nazionale futura Campione del Mondo nel 2006 , giocando un mini tempo di mezz’ora contro Inzaghi, Toni e Del Piero. Inzaghi e Toni fecero gol, fu un’esperienza bellissima. Qualche tempo dopo Marcello Lippi mi disse scherzando che aveva capito di poter vincere il Mondiale anche grazie a quella partita”.
Dal 2007 Vincenzo Sabatini è Delegato Regionale dell’Associazione Italiana Calciatori:
“Faccio parte anche del Comitato Regionale Toscano, e ho la delega al voto del Presidente Federale Nazionale. Ho votato per i mandati di Giancarlo Abete e Gabriele Gravina. Essere arrivati alla libertà di svincolo è un successo storico, se si pensa da dove veniamo e che, nel 1991, per il mio cartellino ho dovuto sborsare 20 milioni”.
Il lavoro oltre lo sport
Vincenzo Sabatini gestisce da oltre 20 anni uno stabilimento balneare alla Spiaggia Lunga, tratto di costa appena fuori Porto Ercole. E da più di trenta è uno stimato assicuratore.
“Ho sempre tenuto al futuro, a un’attività oltre il calcio. Ho perso presto i genitori, mio padre Francesco – stesso nome del figlio n.d.r. – è stato campione nazionale di voga, amava costruire le barche, oltre al calcio amava il pugilato. Però mi ha sempre insegnato che il lavoro è la cosa principale, con quello ti puoi permettere di affrontare tutto il resto”.
La passione per il paese e per la scrittura
Lavoro, calcio e poco altro, ma qualche altro hobby ce l’avrà pure lei?
“Mi attraggono tutti gli sport, ma davvero l’hobby di giocare a pallone non lascia molto spazio al resto, con quattro allenamenti a settimana. Mi piace andare a vedere mio figlio giocare, mi affascina la lettura specie di testi storici, l’ultimo letto è stato Napoleone di Andrea Frediani. Poi ho scritto quattro libri: La storia del calcio Porto Ercole – Noi di Porto Ercole in due volumi e I pescatori di Porto Ercole – insieme a Enrico Bistazzoni – “.
Loredana, che capogiri!
Ha seguito il festival di Sanremo?
“Vado controtendenza con i tanti detrattori, a me piace tantissimo. Avrei votato Loredana Bertè, che magari non brilla a Sanremo ma vende sempre tanto, da ragazzino mi faceva girare la testa”.
La notte dei pirati
Su Instagram la vediamo anche ritratto in costume rinascimentale davanti alla scritta “Armada Invincible”, di cosa si tratta?
“Tutti gli anni, nel primo week end di maggio, Porto Ercole si anima e si riempie all’inverosimile per una rappresentazione storica rievocativa della conquista del paese per mano dei pirati ottomani, risalente al 1544, e non posso mancare alle sfilate che coinvolgono tutto il paese”. (per sapere di più sulla notte dei pirati clicca qui)
La parola alle stelle
Nello stile del nostro “Io proprio io” torniamo all’astrologia e alle caratteristiche del segno. Un acquario viene definito come un contestatore intelligente, al tempo stesso diplomatico, insofferente ai legami duraturi e un po’ smemorato. Ci si ritrova?
“Beh, la memoria ce l’ho eccome! A più di 50 anni, non posso più far la guerra, ma se qualcosa non mi torna non indietreggio, vado avanti per la mia strada. Ho avuto le mie insofferenze, ma in questo momento della vita, con accanto la mia compagna Linda, mi sento più tranquillo e sereno”.
1006 giorni di te e di me, è la canzone che Vincenzo Sabatini dedica idealmente a quei pali sorretti da una sbarra trasversale, spazio vitale da difendere con anima e corpo. A differenza di Claudio Baglioni, Vincenzo non ha ancora annunciato l’uscita di scena. Chi ci sarà dopo di lui, per adesso può attendere.
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