Almanacco del Calcio Toscano

Eccellenza – Intervista doppia ai due Cristiani… Tau e Signa!

Nella prossima Eccellenza Toscana ci saranno due fratelli alla guida di due squadre divise nei gironi, ma crediamo anche negli obiettivi: nel girone B Enrico Cristiani, classe 1981, rimarrà sulla panchina del Signa dopo una salvezza sofferta. Nel girone A invece Pietro Cristiani, classe 1982, esordirà in Eccellenza sulla panchina della nuova Tau Calcio: ad Altopascio stanno costruendo una squadra davvero importante per la categoria. Abbiamo deciso di raccogliere le loro impressioni in una sorta di “intervista doppia”. 

Buongiorno mister, descrivici un po’ la tua carriera prima di arrivare ad allenare in Eccellenza?
Enrico: Ho fatto tanta gavetta, sono venti anni che alleno tra settore giovanile e prime squadre. Ho iniziato a Fucecchio, nel settore giovanile, poi a Staffoli (dove ho allenato anche mio fratello Pietro in Prima Categoria) ho iniziato a 29 anni dalla Terza Categoria e nel giro di quattro anni siamo arrivati in Promozione. E’ stata un’esperienza bellissima. Infine, prima di venire a Signa ho allenato la Berretti prima al Tuttocuoio e poi gli Juniores Nazionali al Ponsacco con buoni risultati, ed eccomi qua…
Pietro: Ho smesso presto di giocare, a causa di un brutto infortunio a Staffoli, ma ho iniziato subito una collaborazione con il settore giovanile del Romaiano. Poi, dopo un campionato di giovanissimi professionisti con il Pisa, ho ricominciato a giocare Staffoli in Prima Categoria. Alla fine di questa annata un nuovo infortunio non mi ha permesso di godermi la promozione in Promozione e l’anno dopo, sempre a Staffoli ho visto che non sarei più tornato a giocare e ho allenato gli juniores sempre della stessa società. L’anno dopo sono andato in Seconda Categoria a Castel del Bosco, dove abbiamo centrato un quarto posto con una squadra molto giovane, sfiorando la promozione. Poi la chiamata del Tau è stata un’ occasione unica, quando ho conosciuto l’ambiente e la struttura ho capito che questa era la società giusta per me, per il mio modo di voler fare calcio e abbiamo fatto due anni in Prima Categoria arrivando in finale play-off in entrambe le occasioni e perdendo in finale prima con il Pieve Fosciana e poi con il Serricciolo, contro il quale non siamo passati per il peggior piazzamento in classifica.

Cosa vuol dire allenare una prima squadra ad una così giovane età? Siete alle prime armi con categorie di un certo livello…
Enrico: Innanzitutto bisogna sempre dare tutto e stare attenti ad ogni minimo dettaglio, mi sono trovato ad allenare in un girone che conoscevo poco e mi sono davvero divertito. I nostri risultati non sono stati magari dei più brillanti, abbiamo imparato a soffrire, ma abbiamo affrontato squadre che giocavano davvero un buon calcio ogni domenica, come Colligiana, Rignanese, Fortis Juventus, Poggibonsi, Grassina. Queste ultime due avevano giocatori davvero fuori categoria, ma noi con i nostri giovani che si sono ben amalgamati con il gruppo dei “vecchi”, con l’entusiasmo e con l’apporto di tutti ci siamo riusciti a salvare.
Pietro:  Penso che la nuova dirigenza abbia spiazzato infatti un po’ tutti scegliendo me, so che i dirigenti ha parlato con alcun mister, ma alla fine hanno deciso di seguire una linea e una metodologia simile a quella del settore giovanile. Sono davvero onorato di questa possibilità, so che non capita a tutti. Sono tranquillo e contento, perché accanto ho un gruppo con le idee ben chiare. Non mi sento solo, ho figure importanti ed esperte per affrontare la categoria. Forse ancora non so cosa mi aspetta. Non sarà facile perché la squadra è completamente nuova, ma abbiamo deciso di puntare su ragazzi giovani con un progetto “a lunga gittata” prendendo però anche giocatori importanti per la categoria per stare più tranquilli.

Cosa ti aspetti dal prossimo campionato di Eccellenza?
Enrico: Ho deciso di rimanere perché ho “sposato” in pieno lo spirito-Signa, dove i personaggi che sono intorno alla squadra sanno fare calcio. Ho sempre sentito l’ambiente vicino, i Boys Signa sono fantastici e ci sono sempre stati vicino, anche perché conoscono le nostre difficoltà. Vogliamo ripeterci e siamo molto motivati. Abbiamo deciso di ringiovanire ancora di più la rosa, anche se manteniamo un buon gruppo storico, ma sono sicuro che avrò a disposizione una squadra adatta alla categoria. Inoltre voglio ringraziare la presidenza, i direttori Nunziati, Balestri e Ballerini, non mi hanno dato neanche il tempo di pensare, il giorno dopo la salvezza raggiunta ai play-out con la Castiglionese mi hanno confermato e non ho potuto dire di no.
Pietro: Questa nuova sfida che mi aspetta, di lavorare con un mix di giocatori di valore e di giovani dal futuro importante mi stimola molto, ma anche l’idea di giocare contro realtà importanti come Cuoiopelli, Fucecchio mi dà una bella carica. Sento la fiducia della società, la dirigenza del Tau ha dimostrato di credere sempre in me, mi è sempre stata vicino, penso che abbia sempre apprezzato il mio continuo lavoro sul campo. I vari dirigenti Lucarelli, Cecchini, Del Carlo, Paolini, il presidente Semplicioni, i fratelli Vellutini mi sono sempre stati vicini anche nei momenti più difficili, mi hanno sempre sostenuto, sono stati determinanti per farmi avere questa opportunità.

Quindi che tipo di squadra avrà a disposizione?
Enrico: Come tutti sapete il nostro budget è abbastanza limitato per la categoria, abbiamo confermato gran parte del gruppo dello scorso anno e prenderemo tanti giovani, Nunziati e Ballerini sanno dove andare a “pescare” e fino a dove possiamo arrivare. Lavorare con giocatori di personalità come Gabrielli, Alicontri, Coppola e Tomberli è ideale per i giovani e dà una grossa mano anche al sottoscritto. In uscita ci sono praticamente solo Strupeni e  Marrani. Il portiere Cappelli entrerà nello staff e sarà il nuovo preparatore dei portieri mentre Dainelli, dopo il brutto infortunio avuto, entrerà a far parte della nostra “famiglia” in un ruolo dirigenziale. Penso che andremo sicuramente anche a migliorare anche sotto il punto di vista degli infortuni, abbiamo trovato una collaborazione con il centro medico SML Training di San Miniato Basso, che ci aiuterà nella prevenzione e nel recupero degli infortunati, come successo purtroppo l’anno scorso con Alicontri e Dainelli. Anche sotto questo punto di vista siamo sicuramente migliorati e la società ha fatto uno sforzo ulteriore per stare al passo con i tempi…
Pietro: Non mi occupo del mercato, mi fido ciecamente e mi rapporto ogni giorno con Maurizio Dal Porto e con Federico Bargellini, che mi affiancherà in campo come “secondo” e come responsabile dell’area tecnica. Fino a poco tempo fa avevo altri dirigenti, ho conosciuto da poco Dal Porto e Bargellini, ma vedo già che “parliamo la stessa lingua” e stanno cercando di seguire anche alcune mie indicazioni. Inoltre i nostri giovani 2002 saranno il vero valore aggiunto. Molti li conosco già, perché li ho seguiti nel corso degli anni, anche negli allenamenti, sono ragazzi fortissimi che al Tau hanno acquisito una vera e propria cultura del lavoro.

Quali sono i giocatori più forti del vostro girone o chi vorrebbe nella sua squadra?
Enrico: Ci sono tanti giocatori forti in Eccellenza, ma quello che mi ha impressionato più di tutti è stato Guidotti della Fortis Juventus, così come Torrini del Grassina. Sono due giocatori fuori categoria.
Pietro: Finora non ho potuto seguire molto le partite di Eccellenza, comunque l’anno scorso nelle rare volte che ho visto anche qualche match in tv mi impressionò l’attaccante Mengali della Cuoiopelli e il centrocampista Fioravanti del Fucecchio. Ci tengo piuttosto ad aprire una parentesi dicendo che mi sarebbe piaciuto dare una possibilità anche ai miei ex giocatori Lunardini, Giardini e Michelotti che scenderanno di categoria, ma solo per motivi legati più che altro al lavoro, per le qualità che hanno meriterebbero una chance in una categoria così importante. 

Che obiettivo le ha chiesto di raggiungere la sua società?
Enrico: L’obiettivo è nuovamente quello di salvarsi, magari però soffrendo meno, evitando i play-out. Inoltre vogliamo fare crescere, come nella stagione appena conclusa i tanti giovani che avremo a disposizione.
Pietro: Sicuramente vogliamo fare un buon campionato, su questo non ci possiamo nascondere, ma il primo obiettivo è quello di continuare a valorizzare il nostro settore giovanile che è di primissimo livello.

Infine cosa “ruberebbe” o cosa invidia a suo fratello? Qualche caratteristica, qualche trucco del mestiere, qualche giocatore…
Enrico: Siamo molto simili come persone, nonostante la giovane età abbiamo fatto tanta gavetta e quindi abbiamo accumulato esperienza anche in categorie inferiori, sappiamo da dove veniamo e non vogliamo tornare indietro. Comunque, anche se l’ho visto poco all’opera, è un numero uno dal punto di vista metodologico, sa fare gruppo e forse, a differenza mia, si documenta un po’ di più sugli avversari da affrontare, anche se finora io sono stato “avvantaggiato” perché l’Eccellenza ha maggiore visibilità rispetto alla Prima Categoria. Comunque sono convinto che si farà valere, me ne parlano tutti benissimo, 
Pietro: Purtroppo non posso seguirlo costantemente, ma mi ha sempre parlato bene di un gruppo di tifosi che li segue sempre, in ogni situazione, in trasferta e che si fa sentire anche in casa. Qui ad Altopascio non abbiamo grande seguito, questa cosa gliela “ruberei”. E poi, fin da quando era il mio allenatore ho sempre notato in lui una certa bravura nel cambiare a partita corso, ad essere camaleontico nell’arco del match.

Tommaso Nesi

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