Serie D – Indiani (S.Donato Tavarnelle): “Finalmente si gioca!”
Non gioca una partita da quasi tre mesi (esattamente dal 18 ottobre). È la squadra che nell’intera serie D ha giocato meno partite di tutti (tre sole). Stiamo parlando del San Donato Tavarnelle, la squadra più penalizzata in senso assoluto della categoria dall’emergenza Covid-19. Inizialmente per le positività nelle altre squadre (segnatamente Scandicci, Trestina e Montevarchi) e poi per il focolaio esploso proprio all’interno dello spogliatoio gialloblu, la squadra di Paolo Indiani si è dovuta fermare e ha visto solo da fuori il campionato di serie D provare a ripartire. Adesso, finalmente, è il turno dei chiantigiani: al “Pianigiani” di Tavarnelle mercoledì arriva la Pianese per l’undici di patron Fusi e del presidente Bacci è come se partisse una stagione tutta nuova… ne parliamo con il tecnico Paolo Indiani, espertissimo, che nella sua carriera ne aveva viste di cotte e di crude, ma “questa” gli mancava! Quale è stata la difficoltà più grossa negli ultimi due mesi e mezzo?
“Pensavo fosse – spiega l’allenatore di Certaldo – quella di motivare i ragazzi in questo periodo di stop. Pensavo… e invece mi sono sbagliato. I ragazzi sono stati eccezionali, si sono allenati anche quando erano in 12 e talvolta 8! La vera difficoltà sarà ripartire dopo questo lungo stop”.
Fisicamente adesso come sta la squadra?
“Possiamo immaginare la squadra come divisa in gruppi. Quelli che si sono sempre allenati, al di là di una quarantena passata, e chi invece ha pochi allenamenti nelle gambe perché reduce dal virus. E fra loro ovviamente c’è differenza nelle gambe e nel fiato”.
In 5 mesi dovrete giocare ben 31 gare: almeno 6-7 partite al mese, quindi con almeno due turni infrasettimanali ogni mese! Secondo lei, il S.Donato Tavarnelle ha l’organico sufficiente per affrontare questo tour de force? O dovrete tornare sul mercato (peraltro sempre aperto fino a febbraio)?
“Non credo sia giusto tornare sul mercato, difficile fare però ipotesi al momento. Con un tour de force così, chiunque avrebbe difficoltà. Il mio auspicio è quello di avere a disposizione per ogni partita tutte le carte da giocare, compresi i 5 cambi. Solo così si può emergere da questa situazione”.
Quanto ci vorrà, secondo lei, per vedere il “vero” San Donato? Quante settimane sono necessarie per ritrovare il ritmo gara e il fondo di 90 minuti per affrontare la partita?
“Il mio San Donato Tavarnelle è quello che avevo visto a Gavorrano, vincere e convincere. Lo ritroveremo, consapevoli di dover affrontare un periodo denso di partite. Ma lo ritroverò in fretta”.
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