Giustizia Sportiva – Picerno retrocesso in serie D: chi al suo posto in C?
È notizia di ieri: Picerno e Bitonto sono stati riconosciuti (sia pure solo in primo grado, per ora) colpevoli di illecito sportivo per una partita “combinata” di fine stagione dell’annata 2019/20 in serie D: le due società sono state penalizzate in modo diverso, evidentemente sono state individuate colpe diverse fra le due società. Il Bitonto, quest’anno vittorioso del Girone H, è stato penalizzato di 5 punti nell’attuale classifica e quindi “scala” al terzo posto con la promozione in serie C che va ad appannaggio del Foggia. Molto più pesante la situazione del Picerno che si era salvato ai play-out in serie C e che viene retrocesso in ultima posizione e quindi retrocesso d’ufficio in serie D. Fin qui le conseguenze dirette della decisione di ieri del Tribunale, in attesa del secondo grado (decisivo) del prossimo 7 settembre in Corte d’Appello. Ma quali conseguenze avrà questa decisione (se resterà tale, come è molto probabile)? Dal momento che in serie C sono previsti da regolamento i play-out, non è automatico che si salvi chi seguiva in classifica il Picerno: verrà “salvata” la squadra che ha perso i play-out contro la squadra lucana (il Rende)? Ma il Rieti che invece è retrocesso diretto e avrebbe dovuto giocare i play-out al posto del Picerno? O l’altra perdente del secondo play-out? Oppure si va a pescare nell’elenco delle squadre che hanno chiesto la riammissione in serie C (Pianese davanti a tutti in questo caso)? Insomma, un bel guazzabuglio derivato dall’aver preso una decisione così importante a campionato finito e a verdetti emessi. Vi ricorda nulla questa storia? Beh, in Toscana tre anni fa abbiamo vissuto una situazione pressoché identica con il caso “Combine in Eccellenza” e la cosa può essere un precedente importante per la giustizia sportiva. Allora, dopo che la Sestese venne condannata per illecito e spostata all’ultimo posto della classifica di Eccellenza, il C.R.T. ripescò in categoria la Bucinese, giudicata la “migliore” fra le perdenti dei play-out: la storia è nota, il Badesse (l’altra perdente dei play-out) fece ricorso, lo vinse e fu inserita in sovrannumero in categoria. Questo perché dal momento che erano previsti i play-out, di fatto la classifica “perde valore” (questa fu l’interpretazione): la stesa cosa accadrà con il “caso-Picerno”? La Pianese osserva interessata: è la prima della graduatoria di merito per un’eventuale riammissione e l’unica insieme all’Arzignano ad aver presentato entro il 27 agosto regolare domanda (con fideiussione e annessi). Sarebbe davvero clamoroso che fosse “preceduta” da società che invece non hanno presentato la domanda nei tempi dovuti, come il Rieti, il Rende o il Bisceglie. Di sicuro, la società amiatina si è già mossa con i propri legali per capire quali possono essere i prossimi passi da fare per essere tutelata al meglio.
Queste, per chiudere e riepilogare, le decisioni del Tribunale Federale Nazionale di ieri: “Picerno retrocesso all’ultimo posto nel campionato di Serie C, Bitonto penalizzato di cinque punti nel campionato di Serie D, girone H. Condannati Michele Anaclerio a due anni di squalifica, Vincenzo De Santis a quattro anni di inibizione e ammenda di 50.000 euro, Nicola De Santis a quattro anni di inibizione, Giulio Picci a un anno e otto mesi di squalifica, Daniele Fiorentino a un anno di squalifica, Giovanni Montrone a un anno e otto mesi di squalifica, Onofrio Turitto a un anno di squalifica, Francesco Cosimo Patierno a un anno e otto mesi di squalifica, Vincenzo Mitro a quattro anni di inibizione. Prosciolti da ogni incolpazione il presidente Francesco Rossiello del Bitonto, Paolo D’Aucelli e la società Potenza calcio che era presente nel processo poiché Vincenzo De Santis, d.s. della società rossoblù ha svolto secondo la ricostruzione della Procura e sancita dal Tribunale, il ruolo di mediatore nella combine che ha visto il passaggio di denaro (10.000 euro rispetto ai 25.000 euro pattuiti) dal Picerno ad alcuni tesserati del Bitonto”.