Almanacco del Calcio Toscano

Eccellenza – Le “ragioni” di chi ha rinunciato

In attesa del via libera definitivo alla ripresa del campionato di Eccellenza da parte del presidente Gravina, andiamo a vedere le motivazioni delle società toscane che hanno rinunciato alla partecipazione al prossimo campionato per la stagione 2020/21. Ecco le ragioni per cui 17 società della nostra regione non aderiranno alla ripresa della Categoria Regina:

Castelfiorentino
“A seguito della richiesta della LND circa la disponibilità di ogni Società alla ripresa del Campionato Dilettanti di Eccellenza, la S.S.D. Calcio Castelfiorentino, comunica la propria scelta di non ripartire. La motivazione principale è perché la situazione sul nostro territorio non è affatto sicura e la nostra Società non vuol certo essere causa di un ulteriore aggravamento. La salute ed il lavoro devono essere la priorità per qualsiasi attività e meritano quindi la massima attenzione. Riteniamo, inoltre, che un qualsiasi Campionato con gare di sola andata e senza retrocessioni non risponda ad una logica sportiva ma soprattutto perda quella sana e sportiva competitività che anima ogni società dilettantistica, dilettantistica perché, nonostante il CONI abbia riconosciuto l’eccellenza come attività di interesse nazionale, bisogna sempre ricordare che siamo “orgogliosamente” DILETTANTI. Inoltre la nostra sopravvivenza come Società è legata al pubblico che segue la squadra e giocare a porte chiuse non ha assolutamente senso. Per quanto sopra abbiamo la certezza di aver preso la decisione più saggia e coerente con la nostra linea di pensiero. Da oggi l’obiettivo della nostra Società sarà quello di organizzare al meglio la prossima stagione sportiva e di farci ritrovare tutti uniti e compatti ai nastri di partenza”.

Castelnuovo G.
“Come anticipato da alcuni organi di stampa, la nostra società ha comunicato alla Figc la decisione di non riprendere il campionato di Eccellenza nell’ipotesi di una sua ripartenza. La richiesta di disponibilità o meno era stata richiesta dal presidente del Comitato Regionale Toscano Mangini nel corso di una videoconferenza con le 36 società della Toscana. La nostra decisione, è inutile nasconderlo, è stata molto incerta e sofferta ma, alla fine, condivisa da tutta la società nel corso di una riunione urgente che ha preceduto la comunicazione alla Figc. Tanta sarebbe la voglia di rivedere giocare la nostra squadra maggiore ma tante, forse troppe, restano le preoccupazioni e le incertezze legate a questo particolare momento storico che stiamo vivendo. Per comprendere meglio le ragioni che ci hanno portato a questa decisione, è bene ripercorrerne le tappe. L’attuale stagione sportiva è iniziata ufficialmente lo scorso ottobre ma, fin dal principio, abbiamo compreso che purtroppo non sarebbe stato semplice proseguire: così dopo solo due settimane di campionato, prima la Regione poi il Governo hanno imposto lo stop a tutto lo sport dilettantistico e giovanile. La situazione della pandemia, dopo l’incoraggiante calo del periodo estivo, è gradualmente peggiorata e, almeno fino a gennaio, non ha visto frenate. Una situazione difficile che ha condizionato tutta la società, dalla scuola all’economia fino ai rapporti umani, e in cui lo sport rappresentava solo la “punta dell’iceberg” del problema. Con il nuovo anno, la situazione generale della pandemia si è gradualmente allentata, alimentando la speranza di una “ripartenza” del mondo sportivo entro la primavera. In quest’ottica la Figc, nel mese di gennaio, ci aveva comunicato l’ipotesi di far riprendere il campionato di Eccellenza, una richiesta resa necessaria per uniformarsi con l’organico della Serie D. Fu fatto un primo sondaggio tra le società toscane che deliberarono (noi compresi) l’eventuale ripartenza del campionato nel rispetto di due condizioni fondamentali, ovvero la copertura finanziaria dei costi necessari per il protocollo sanitario (i tamponi) e la riapertura al pubblico, per avere un minimo di incasso. A queste due condizioni, si aggiunse la richiesta, da parte della Lnd, del blocco delle retrocessioni. Da quel momento è partito l’iter burocratico per permettere la ripresa del campionato, con il passaggio del torneo di Eccellenza a competizione di “interesse nazionale”: la palla è così passata a Coni, Figc e infine Lnd, fino all’ultimo consulto dei vari comitati regionali con le società stesse. Nel frattempo il “mondo covid” si è ancora evoluto, purtroppo in peggio e, ad oggi, la situazione si va delineando come l’ultimo autunno. Nel corso dell’ultima videoconferenza con il presidente del Comitato Figc Toscano Mangini, avvenuta nella giornata di ieri, ci sono state delineati le condizioni di ripartenza e chiesto una risposta nel giro di poche ore (le ore 11 di oggi). Purtroppo ci siamo trovati di fronte a condizioni diverse da quelle delineate lo scorso gennaio e nessuna delle richieste delle società è stata accolta dalla Figc: ovviamente c’è l’impossibilità di aprire al pubblico ma abbiamo riscontrato anche incertezze e lacune sul protocollo sanitario da seguire che, a quanto pare, sarebbe stato comunque a totale carico delle società. L’unica concessione alle società è l’assenza di retrocessioni e l’opzione, senza alcuna conseguenza sul mantenimento della categoria, se partecipare o meno al nuovo campionato. In realtà non ci sarebbe stato bisogno di una risposta, avendolo già fatto lo scorso gennaio, ma abbiamo voluto condividere con tutto il consiglio societario la decisione, per arrivare ad una scelta univoca e ponderata. Come detto, al termine di una lunga notte, siamo giunti alla decisione, sofferta, di non ripartire. Ha prevalso in noi la preoccupazione e l’incertezza per la situazione attuale della pandemia, in continua evoluzione, con le conseguenti problematiche che avremmo dovuto affrontare: al di là degli oneri economici per concludere una stagione complicata durante la quale non abbiamo potuto svolgere le nostre consuete attività, peraltro importanti fonti di entrata, i dubbi e le incertezze sui protocolli sanitari da seguire, le problematiche (già vissute) legate a eventuali quarantene e positività di tesserati che, ricordiamolo, prima che sportivi sono lavoratori o studenti e hanno famiglie, le problematiche legate al trasporto, agli spostamenti in un territorio “arancione o rosso”, ad eventuali pasti in trasferta ma anche “in casa”. Insomma, ci siamo messi una mano sul cuore e, in questo delicato momento, abbiamo preferito salvaguardare la salute dei nostri tesserati, limitando così le occasioni di spostamenti e di contatto con altri soggetti. Parliamo di atleti ma anche di tecnici e collaboratori e, di conseguenza, delle loro famiglie. La fase storica che stiamo attraversando è delicata più che mai e riteniamo che le priorità siano altre, rispetto allo sport dilettantistico e amatoriale. Con l’augurio di ritrovarci, appena possibile, sui campi da gioco, in assoluta serenità”.

Cenaia
“La Soc. S.C Cenaia in relazione alla decisione di rinunciare alla ripartenza del campionato esprime le proprie considerazioni.: E’profondo lo stupore e lo sconcerto della Società dopo quanto avvenuto nel corso della videoconferenza tenutasi tra le società partecipanti al campionato di Eccellenza toscano. Dopo due ore in cui la quasi totalità degli interventi da parte dei dirigenti intervenuti è stata improntata sulle insormontabili difficoltà per ripartire, dai tamponi dei quali non sappiamo ad oggi dove e come verranno fatti e chi li pagherà, sul protocollo ad oggi non comunicato per la gestione di eventuali positivi all’interno del gruppo squadra ed eventuali quarantene, la chiusura al pubblico, la perdita totale di un giocatore positivo visti i due mesi che occorrono per riavere l’idoneità sportiva e non ultimo ma non meno importante il rischio a cui vanno incontro i moltissimi giocatori che hanno un lavoro fisso o autonomo che mettono a repentaglio con una eventuale positività, al momento della votazione preliminare molte società hanno deciso di aderire alla ripartenza. Francamente non capiamo come si possa solo pensare di poter ripartire con queste condizioni e con una crisi sanitaria che sta aumentando ogni giorno di più..stupore e perplessità che ci è sembrato anche di cogliere nelle parole del presidente Mangini a cui va il nostro ringraziamento per il lavoro svolto con dedizione, competenza e professionalità. Noi non intendiamo assolutamente giudicare e rispettiamo le scelte di ognuno..ma rispettare non significa condividere. S.C Cenaia rinuncia alla ripartenza con immenso rammarico e amarezza ma oggi ancora di più di lunedì sera, con schiena dritta e a testa alta, ribadiamo il nostro NO convinto ad una ripartenza. S.C Cenaia è vicina ai propri tesserati in questo momento drammatico,consapevole di aver agito solo ed esclusivamente in nome di una sola cosa: il buon senso. Per noi il calcio a questi livelli, è passione,gioia,lealtà,rispetto degli impegni presi..non angoscia quotidiana per sapere se c’è un positivo nella squadra..o nella squadra appena incontrata..la paura di infettare a casa genitori,mogli,nonni.. Dalla prossima settimana ci metteremo al lavoro per programmare la stagione prossima con l’intento di essere protagonisti per il nono anno consecutivo in Eccellenza. L’obiettivo della Società è quello di mantenere anche per l’anno prossimo la rosa dei giocatori attuale e a tal proposito a breve inizieranno i colloqui individuali. Con la speranza di sentire parole come goal,tackle,rigori, tacchetti e tattiche..e non tamponi,quarantene,zone rosse e purtroppo morti. Auguriamo alle società che hanno deciso di proseguire di onorare il campionato….ammesso che la federazione lo faccia partire cosa che dubitiamo fortemente, per logica e contingenza del momento.. (nei due gironi con squadre toscane di serie D ci sono da recuperare ad oggi 26 gare!) Un abbraccio di cuore a tutti i dirigenti e i calciatori e un arrivederci all’anno prossimo.

Certaldo
“L’ASD CALCIO CERTALDO comunica la sua volontà di NON RIPARTIRE per questa stagione nel campionato di ECCELLENZA REGIONALE 2020-2021. Nelle ultime settimane la LND e le varie federazioni regionali hanno lavorato incessantemente per consentire al campionato di Eccellenza di proseguire la stagione in corso equiparandola agli altri campionati di interesse nazionali (per i quali il DPCM consente lo svolgimento) e facendo avere alle società le direttive e i protocolli per la ripartenza. Noi ci siamo detti fin da subito contrari perché riteniamo che in questo momento ancora molto complicato della pandemia non ci sia un modo per tutelare la salute dei nostri tesserati. Per di più non ci è stata data nessuna garanzia economica che ci permetta di sostenere i tanti costi di una ripartenza.  Per questo quando nella serata di ieri il presidente Mangini ha chiesto alle 36 società quale era la volontà definitiva abbiamo detto NO coerentemente con quanto avevamo sempre espresso nelle precedenti riunioni. Dire NO ci costa molto e ci dispiace perché tornare a vedere i nostri ragazzi rincorrere un pallone su un rettangolo verde è la cosa che più ci manca e che ci ripaga dei sacrifici degli ultimi anni.  Anni in cui l’abbiamo rincorsa l’ECCELLENZA, dieci per la precisione. Anni dove abbiamo giocato su campi sterrati e abbiamo visto lo spettro della seconda categoria ad un passo. Anni dove i nostri ragazzi sono venuti a giocare per pochi euro senza saltare un allenamento. Anni dove i nostri volontari e collaboratori hanno lavorato nei fine settimana col sorriso sulle labbra. Anni dove i nostri soci e consiglieri si sono dovuti impegnare anche economicamente per garantire il proseguimento dell’attività. La volevamo a tutti i costi e ce la siamo presa vincendo due campionati straordinari. Ma non così. Con il rischio di ammalarsi, senza nessuna tutela, con il Comunale vuoto durante il derby con il Castelfiorentino e con i bambini della scuola calcio a casa. Si perché a Certaldo come in tante altre parti d’Italia le scuole sono chiuse e il rischio di diventare zona rossa è concreto. Giocare in Eccellenza oggi non ci sembra la priorità! La Federazione ha garantito il blocco delle retrocessioni e la possibilità di scegliere se ripartire o no. Bene, quando sarà il momento ripartiremo e ci faremo trovare pronti. Con la garanzia che venire al campo sportivo sia un divertimento e non un pericolo. Ma non adesso”. 

Foiano
“La Nuova Foiano Calcio con grande rammarico ha deciso all’unanimità del consiglio direttivo di non riprendere il Campionato di Eccellenza. La volontà di terminare la stagione ci pare una forzatura a livello nazionale viste le condizioni sanitarie, che malgrado i provvedimenti presi rimangono ancora preoccupanti, nonché per le troppe incognite e le oggettive difficoltà per la gestione di questo finale di campionato. Non ci dimentichiamo che nei comuni limitrofi ci sono scuole chiuse e screening di massa, con il numero di contagi che non tende a diminuire e a livello nazionale stiamo parlando di lockdown totale per le prossime settimane.  Riprendere il campionato vuol dire mettere a rischio la salute di atleti, dirigenti e collaboratori che al di fuori dei campi hanno una vita familiare, lavorativa e sociale che assume la priorità su tutto. La Nuova Foiano Calcio utilizzerà i prossimi mesi per la pianificazione della prossima stagione di Eccellenza 2021/22 nonché di tutto il settore giovanile con la professionalità e la serietà che l’ha contraddistinta in questi anni”.

Fucecchio
“In merito alla richiesta della LND sulla volontà di ciascuna società per la ripartenza del campionato di eccellenza, A.C. Fucecchio, comunica che a malincuore sceglie di non ripartire. Non ripartire perché la situazione nel nostro territorio non è affatto sicura e nel nostro piccolo non vogliamo essere complici di un ulteriore peggioramento, con casi sempre più in crescita. Salute, famiglia, studio e lavoro adesso meritano la priorità. Non ripartire perché un campionato di 10 partite con solo girone di andata, e senza retrocessioni, perde ogni logica sportiva competitiva. Non ripartire perché a porte chiuse il nostro calcio non ha alcun senso. Con la speranza di ritrovarci sul prato e sulle tribune del Filippo Corsini fra pochi mesi, più forti di prima, siamo certi di aver preso la decisione più giusta e coerente”.

Pontremolese
“Negli scorsi giorni la FIGC ha ritenuto di equiparare il campionato di Eccellenza come torneo di interesse nazionale. E’ partito dunque un iter che ha portato il Comitato Regionale Toscano a comunicare alle società modi, tempi e regole con cui poter accedere a questa ripartenza. Il tutto è avvenuto in modo rapido e nella serata di ieri sera, in videoconferenza, il Presidente Mangini ha dovuto, per forza di cose, stante i tempi stretti, chiedere una posizione ufficiale alle varie società sulla volontà o meno di riprendere il campionato. In tutti noi c’è la voglia, prima di tutto di tornare ad una vita normale, e poi di poter riprendere finalmente anche con la nostra passione più grande. Alcuni “paletti” messi dalla federazione sono stati importanti ed hanno certamente aiutato nella scelta: il blocco delle retrocessioni, la possibilità di non ripartire mantenendo il titolo e la categoria. Ci sono aspetti molto importanti che però purtroppo pongono molti e pesanti interrogativi, come i costi e la gestione dei tamponi e quelli di un protocollo che potrebbe essere troppo stringente per un mondo fatto soprattutto di calciatori e dirigenti che studiano e lavorano. Oltre a questi aspetti, stiamo vivendo un’altra fase delicata della pandemia; il virus è tornato con forza, il governo è vicino ad altre restrizioni generali più forti e vincolanti. Davvero non un buon momento per una ripartenza dell’attività con un livello di sicurezza adeguato. Per quanto riguarda la nostra società purtroppo ad oggi non ci sono le condizioni per aderire a questa ripartenza, che rappresenta un vero salto nel buio, con aspetti economici, organizzativi e di rischi sanitari davvero molto difficili da gestire. Quindi a malincuore dobbiamo fermarci, il senso di responsabilità deve prevalere sulla passione, che pur è forte e che davvero speriamo presto di poter ricominciare a coltivare. Ma non è questo il momento. La Pontremolese va avanti, a testa alta, con ambizioni importanti e con il rispetto delle regole e dei propri tesserati. Quando la situazione migliorerà e lo permetterà ci faremo trovare pronti per riportare al campo i nostri ragazzi e riprendere un cammino fatto di passione, amicizia e condivisione di valori importanti. Grazie a tutti”.

Porta Romana
Il consiglio direttivo del C.S. Porta Romana Oltrarno nella tarda serata di martedì ha inoltrato una Pec al Comitato Regionale Toscana, comunicando la non disponibilità della società a proseguire la stagione 2020/21. Sollecitata a dare una risposta entro 24 ore, dopo sei mesi senza comunicazioni da parte delle istituzioni sportive nazionali, la società in precedenza aveva dato una disponibilità con riserva, per sciogliere la quale si aspettava di ricevere chiarimenti circa protocollo sanitari, format e ristori. Dubbi che non sono stati purtroppo dissipati nelle poche ore concesse. Valutati l’incertezza sui protocolli sanitari (chi fa i tamponi, dove e quanto costano?), l’aggravarsi della situazione sanitaria, le esitazioni dei ragazzi che lavorano (dipendenti o con attività autonome), le difficoltà organizzative e, non ultimo, l’aspetto economico (aggravio di costi, partite a porte chiuse, nessuna certezza circa eventuali ristori del governo o contributi delle istituzioni sportive, il delicato tema dei rimborsi sportivi per i ragazzi), il consiglio direttivo del C.S. Porta Romana, dopo una riunione con tutte le componenti societarie, a malincuore ha quindi rinunciato alla prosecuzione, o meglio alla ripartenza, del campionato di Eccellenza. «Siamo stati 6 mesi, dallo stop di metà ottobre, sospesi in equilibrio tra la voglia di fare comunque qualcosa ed il rispetto delle restrizioni imposte – commenta il Presidente del Porta Romana Lapo Cirri – consci della criticità del momento, ma nella speranza ed in attesa che da Roma e dalle Istituzioni arrivassero indicazioni precise, senza però ricevere alcun segnale. Improvvisamente, forse nel momento peggiore della situazione pandemica, viene deciso di ripartire, non viene data nessuna indicazione sulle procedure sanitarie previste in termini di applicabilità, di sostenibilità economica, di ristori, ma ugualmente si chiede alle società di esprimere immediatamente la volontà o meno a proseguire il campionato. Ci siamo presi 10 ore di tempo per consultarci al nostro interno e con la squadra, e di fronte a tanti dubbi e poche certezze abbiamo deciso, a malincuore, che il male minore fosse fermarsi, riorganizzare forze e le idee, nella speranza che la prossima stagione sia meno complicata e si possa tornare a giocare a calcio divertendosi!».

Prato 2000
“Siamo orgogliosi di questa scelta! E’ una di quelle situazioni gravi in cui è stata lasciata libertà di scelta alle Associazioni tesserate e noi abbiamo scelto di non ripartire pensando principalmente alla salute dei calciatori, dei Dirigenti e alle enormi responsabilità per la nostra Polisportiva. Sperando che il Covid19 venga battuto con cure e vaccini ci prepareremo a dovere per la prossima stagione”.

Vald.Montecatini
“Stiamo vivendo un momento difficile in generale ed in particolare per lo sport e per tutto il nostro movimento. Ormai da un anno, ci troviamo in una situazione straordinaria che impone logiche di ragionamento diverse dal solito e soprattutto orientate ad una vista più ampia e non condizionate da interessi di parte. Non possiamo scegliere sulla base della passione e del cuore. Serve razionalità e logica. Adesso come non mai. Facciamo un po’ di ordine e proviamo ad illustrare le motivazioni che ci hanno spinto a decidere di non riprendere le attività e concludere definitivamente la stagione 2020-21. Le comunicazioni che si sono susseguite in queste ultime settimane da parte dei massimi organi del nostro movimento calcistico, ci avevano indotto a pensare ad una possibile ripartenza. Tuttavia, gli ultimi passaggi e le informazioni ricevute ci hanno spinto a prendere una decisione molto sofferta ma, a nostro avviso, assolutamente logica e di buon senso. I temi sono tanti e molto complessi, ma delineano un quadro inequivocabile che purtroppo non lascia spazio a scelte diverse rispetto a quanto abbiamo deciso di fare. Innanzi tutto, la tematica sanitaria. Per quanto ci riguarda, la salute e la sicurezza dei nostri atleti e dei nostri tecnici e dirigenti, sono al primo posto. La tutela del loro stato fisico è stato il primo fattore che ha guidato la nostra decisione. Non possiamo pensare ad una ripartenza in una situazione in cui non abbiamo alcuna certezza sui protocolli che verranno adottati, sulla gestione dei tamponi e sulle conseguenze che si verrebbero a creare in caso di persone positive all’interno del gruppo squadra. A questi aspetti si aggiunge la incertezza circa la gestione delle trasferte in termini di transito in zone con livelli di chiusura differenziati, di utilizzo dei mezzi per le trasferte e della possibilità o meno di fruire di ristoranti per i pranzi pre-gara. Non ci sono al momento informazioni su come questi aspetti verranno gestiti e, più in generale, riteniamo che sia praticamente impossibile per una società dilettantistica garantire la massima sicurezza dei ragazzi coinvolti nelle varie fasi dell’attività agonistica, dagli allenamenti alle partite, in un contesto di questo tipo. Alla salute ed alla sicurezza non si può derogare. Su questo non ci possono essere dubbi e non si possono prendere decisioni a cuor leggero. Anche per rispetto di chi in questi mesi ha sofferto e subito perdite. A quanto sopra si unisce la componente economica. Anche su questo punto purtroppo non ci sono state date informazioni certe. Non sappiamo se ci saranno ristori per i tamponi e a quanto eventualmente gli stessi potranno ammontare. Non sappiamo il costo dei tamponi e se verrà o meno attivata una convenzione che consenta di avere un prezzo calmierato visto il numero elevatissimo di tamponi che dovranno essere fatti. Inoltre, la situazione economica di contesto ed i vincoli imposti per la sicurezza generale (chiusura degli stadi e partite a porte chiuse), di fatto azzerano le possibili entrate per una società che opera in ambito dilettantistico. In relazione al tema dell’accesso del pubblico agli stadi, a nostro avviso, risulta assolutamente illogico e privo di senso pensare di svolgere l’attività agonistica senza dare la possibilità ai tifosi di assistere alle partite, comunque in totale sicurezza e tenuto conto della dimensione degli impianti. Giocare un campionato dilettantistico senza dare la possibilità di vedere le partite, di fatto riduce la competizione a poco più di un allenamento per gli addetti ai lavori. In sostanza, tantissimi dubbi e rischi con l’unica certezza che, in caso di mancata partecipazione al torneo per questi tre mesi, manterremo comunque la categoria per la prossima stagione. Considerando tutto, abbiamo quindi deciso, seppure a malincuore, ma con una assoluta uniformità di opinioni all’interno del nostro gruppo dirigente, che non era il caso di andare avanti. Pensare di ripartire con gli allenamenti per un mese per poi disputare un mini campionato di 8-9 giornate in una situazione di questo genere, ci è sembrato assolutamente incomprensibile. Rispettiamo naturalmente la scelta delle società che hanno deciso di ripartire, ma noi la pensiamo diversamente. Quello che sta succedendo, con la probabile attivazione di una zona rossa nazionale a partire dal prossimo week end, ci pare che sia assolutamente incompatibile con l’attività sportiva dilettantistica. In questo momento, le priorità sono altre e la nostra attenzione deve andare alla salvaguardia dei nostri ragazzi, dei tecnici e dei dirigenti che avremmo dovuto coinvolgere e che avremmo sottoposto a rischi che sinceramente non ci sentiamo di far correre. Ai nostri tifosi diciamo che siamo profondamente amareggiati ma, a volte, è necessario prendere decisioni difficili ma che rispondono ad interessi superiori e che devono necessariamente prevalere rispetto alle soddisfazioni di parte. Nei prossimi mesi lavoreremo per impostare al meglio la prossima stagione, cercando di adoperarsi come sempre abbiamo fatto per aggregare il maggior numero di forze possibili al fine di rendere la nostra società sempre più forte e poter portare avanti il nostro progetto mantenendo alto il blasone della nostra società e dei gloriosi colori biancocelesti. Nella speranza che questa incredibile situazione finisca al più presto”.

Zenith Audax
“Il consiglio direttivo della Zenith Audax comunica che in data odierna è stata fatta pervenire una pec al comitato regionale Toscano nella quale la società esprime il desiderio di non partecipare al campionato di Eccellenza. Nella giornata di ieri era stata inviata al Crt una mail di disponibilità con riserva, con la speranza di capire quale potesse essere il protocollo e l’organizzazione dei tamponi. I dubbi purtroppo non sono stati dissipati e dopo un colloquio con tutte le parti in causa è stata presa la decisione definitiva.”

Oltre a queste società non hanno aderito anche Armando Picchi, Atletico Piombino, Baldaccio Bruni, Chiantigiana, Lastrigiana e River Pieve.

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