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Eccellenza – Roselle: ecco perché il “no” al ripescaggio

Tre giorni fa la famiglia Ceri è uscita allo scoperto, ufficializzando ciò che “sotto traccia” si sapeva da tempo: l’intenzione di “trasformare” il Roselle nel futuro Grosseto è un progetto al quale si sta lavorando da tempo. L’accordo con l’amministrazione comunale (che benedirà il tutto) c’è già da qualche settimana: ieri i dirigenti grossetani, accompagnati da una rappresentanza del Municipio, hanno incontrato il presidente del C.R.T. Paolo Mangini per esporre il progetto, anche perché nella prossima stagione il Roselle/Grosseto giocherà sicuramente in Eccellenza, dopo aver perso agli spareggi nazionali dal Fabriano Cerreto. In attesa di avere anche la variazione di denominazione sociale (ma si dovrà attendere ancora un po’, perché fino a fine luglio la certezza matematica che l’attuale F.C.Grosseto di Max Pincione non si iscriverà all’Eccellenza non ci sarà), molti si sono chiesti come mai la nuova società non chieda il ripescaggio in serie D, visto l’appoggio del Comune. “Ripartiremo programmando bene, costruendo una squadra competitiva per l’Eccellenza” è quanto ha dichiarato la famiglia Ceri due giorni fa. In realtà, il Roselle non aveva scelta: le regole della serie D dicono chiaramente che può presentare domanda di ripescaggio solo chi non ha goduto di un ripescaggio nelle ultime tre stagioni (oltre chi negli ultimi 5 anni abbia subìto condanne per illecito sportivo): e il Roselle nell’estate del 2014 fu ripescato in Prima Categoria, dopo aver perso lo spareggio fra le vincenti play-off contro l’Atletica Castello. I grossetani furono poi ripescati in Prima, a completamento organici nel corso dell’estate. Per questo motivo quindi il Roselle in questa estate 2017 non aveva il diritto di chiedere il ripescaggio in D.