Eccellenza – Alla San Marco Avenza la chimica giusta si chiama Luca Bardini
Quando combini due reagenti in un nuovo legame chimico non sai mai cosa ne possa venir fuori. Per questo, nel calcio dilettantistico, al fine di ottenere una sostanza di qualità, si deve partire dai fondamentali, unire e combinare serietà e tanto lavoro, premesse indispensabili verso un prodotto che soddisfi e ripaghi gli sforzi. Il parallelo potrà sembrare astruso, ma ci viene suggerito da Luca Bardini, professore di chimica, vice preside dell’ITIS Galilei – a un tiro di schioppo dal campo della Covetta di San Marco -, e da ieri nuovo d.s. della San Marco Avenza. Carrarino doc, col B832 nel codice fiscale, ci tiene a precisare, è al settimo cielo per la freschissima nomina: “Sono ancora emozionato per questo incarico, mi sento in debito e voglio ripagare la fiducia della società. Per me che vengo da categorie minori, cominciando alla Antica Luni del presidente Mattia Casani in Liguria, per proseguire in Toscana, fino alla meravigliosa ultima esperienza alla Tarros Sarzanese in Promozione, è un salto di livello notevole. Non facciamo voli pindarici, prometto entusiasmo, perché nel calcio voglio anche divertirmi, garantisco passione e serietà”. Il modello Tarros Sarzanese è un esempio che Bardini conta di ritrovare alla San Marco: “A Sarzana è stata una stagione dura ma meravigliosa, con un grande staff. Abbiamo raggiunto la salvezza con due giornate d’anticipo giocando con un’età media di 21-22 anni, con l’esordio di alcuni 2003, 2004 e 2005 del settore giovanile. Mi piacerebbe poter valorizzare tanti giovani anche qui, il livello del campionato è più alto, i ragazzi vanno aspettati, coltivandoli senza correre il rischio di bruciature, ma conosco già alcuni canterani 2003-2004 della San Marco e penso possano giocare in pianta stabile in Eccellenza”. Luca Bardini crede in un calcio genuino, in un certo senso antico, lontano dai clamori del professionismo e dalle sue esasperazioni: “Sono dell’84, il calcio lo amo, guardo pochissima serie A, magari insieme agli amici. Il calcio vero per me è quando si fa gol, il guardalinee sbandiera, se va a centrocampo è gol, altrimenti non è buono ma si va avanti subito. S’è persa l’essenza del giocare per strada, a Carrara si andava al cortile dei Gesuiti o a San Francesco, il rimbalzo sull’asfalto ti faceva crescere, perchè affina la tecnica, lo racconta anche Cruyff nel suo libro – La mia rivoluzione n.d.r. – . Oggi vanno per la maggiore le accademie di tecnica individuale, avranno la loro utilità ma non ci manderei mai mio figlio”. Oltre che sui giovani, nella costruzione della “sua” San Marco Bardini conta anche su elementi d’esperienza, come Elia Bruzzi (95) “Aspettiamo il suo rientro con ansia, ci servirà il suo saper giocare per la squadra” e Gian Marco Mancini (91) “Ci parlerò presto”. “Vorrei portare in questo gruppo anche la mia esperienza di insegnante – conclude Bardini – , spero di essere un facilitatore, lavorare perché ognuno possa rendere al meglio”. Hic sunt leones, è il motto della San Marco. “Ci vuole chi-chi-chimica”, aggiunge Bardini con una risata. Perché lui, nel calcio, vuole anche divertirsi.
Edoardo Novelli