Commini (Prato): “Non iscrivo la squadra”
Commini (Prato): “Non iscrivo la squadra”. È clamoroso quanto dichiara il presidente e proprietario della società laniera Stefano Commini in una intervista esclusiva rilasciata a Massimiliano Masi durante la trasmissione Il Gioco è Fatto, andato in onda lunedì sera au Tv Prato (canale 75 del digitale terrestre).
Nella prima parte dell’intervento il numero uno del Prato ha spiegato il suo punto di vista sul fallimento della trattativa di passaggio delle quote alla cordata dei 36 imprenditori pratesi che si era fatta avanti.
“Ho incontrato – spiega Commini – un avvocato che era il portavoce della cordata, ma non ho idea tutt’ora chi ci sia dietro: non mi sono stati fatti nomi e cognomi. Sono venuto da Roma di persona mentre dall’altra parte non c’era nessuno degli imprenditori… Comunque sia, abbiamo messo a loro disposizione la carte richieste poi secondo me c’era da sistemare alcuni dettagli e da cambiare alcune cose: questo è successo a metà della settimana passata con l’impegno da parte nostra di rivedere il tutto entro il venerdì sera. Purtroppo non ce l’abbiamo fatta e avremmo presentato tutto lunedì. Ma in quella giornata la cordata ha fatto sapere di non essere più interessata. Quindi non c’è stata nessuna offerta ufficiale e io non ho detto “no” ad alcuna proposta”.
La cordata avrebbe manifestato l’intenzione di offrire 300.000 euro per il pacchetto azionario del Prato, al netto dei debiti, più 300.000 euro in caso di promozione fra i professionisti. Conferma?
“Sì, ma a quella cifra non si può fare l’affare. Secondo me il Prato vale di più. E quindi a quella cifra non si può fare accordi. Ci sono debiti? Sì, è fisiologico, ma sono debiti che si possono anche spalmare negli anni”.
E ora cosa succede?
“Finora ho messo i soldi solo io, gli altri hanno solo fatto tante parole. Ebbene, oggi dico che vista anche al costanza contestazione nei miei confronti, non ci metterò più un euro e non iscriverò la squadra al campionato! Voglio vedere cosa succede! Se io devo prendermi il fango contro, pur spendendo tanti milioni, ebbene smetto di metterci soldi. Tutti sono buoni a venire a contestare, tutti a dire “Commini vattene!” anche chi fa parte della cordata che era interessata al Prato. E allora, sì! Commini se ne va. Entro la prossima settimana bisogna versare 200.000 per chiudere la stagione (e avere le liberatorie necessarie per iscriversi, n.d.r.), e io sono da solo: se devo farlo io, solo per prendermi le offese, non lo faccio. Chi me lo fa fare? Dico basta!”.
Poi però si contraddice e afferma di essere disposto a vendere a zero il Prato.
“Sì, sono disposto. I debiti? Possono essere spalmati in due anni. Pagano quello che c’è da pagare per la stagione e iscrivono la squadra al campionato. Io non ci metto più un euro!”.
Sarà una provocazione? Sarà davvero questa la strada? Davvero la città riuscirà a muoversi e una settimana preparare quanto serve per poter iscrivere la squadra al prossimo campionato di serie D? O sarà la fine di una società fondata nel 1908 ed espressione della terza città più popolosa del centro Italia? Qualunque cosa accadrà, è chiaro che le responsabilità sono tutte dell’attuale presidente del Prato: nessuno l’ha obbligato a prendere il Prato (a zero euro da Toccafondi), a investirci, a firmare contratti con i tesserati (che poi vanno rispettati), quindi è lui che deve tirare fuori la società da questa situazione… Altrimenti passerebbe alla storia come quello che ha cancellato l’A.C.Prato 1908: su questo non ci dubbi.
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