Almanacco del Calcio Toscano

Serie D – Quasi 40 rinvii: ha senso continuare così?

Una situazione in rapidissimo peggioramento: la pandemia ha ripreso forza nell’ultimo mese (i dati sono sotto gli occhi di tutti) e anche il calcio ne risente in maniera pesante. In questo fine-settimana, per esempio, in serie D ci avviamo a vivere una domenica quasi surreale con un numero di rinvii che si avvicina pericolosamente al 50% delle partite programmate: in Italia siamo vicini alle 40 partite rinviate (su 83 programmate), nei “nostri” due gironi si supera addirittura il 50% con cinque rinvii in ognuno dei due gironi, il D e l’E. E la domanda sorge spontanea: ha senso continuare in questo modo? Si può portare avanti un campionato così, chiaramente falsato? A nostro modesto avviso, la risposta è ovviamente no. O si ferma il campionato (per un mese? Fino a Natale? Ad libitum?) o si danno delle regole certe che la Lega Nazionale Dilettanti, e in particolar modo il Dipartimento Interregionale, non ha voluto o potuto dare finora. Al momento per rinviare una partita basta telefonare a Roma, asserire che un giocatore ha un parente positivo e la gara viene rinviata: senza una certificazione, senza una dichiarazione ufficiale. La salute prima di tutto, per carità, ma delle regole ci vogliono. Perché per esempio, almeno in serie D, non obbligare le società a dividere in maniera netta i gruppi di Prima Squadra e Juniores (dove spesso si annida il contagio, visto che si tratta di ragazzi che vanno a scuola)? Si potrebbe far stilare alle società una lista di 25 giocatori, come succede nei prof: se in questa lista ci sono fino a 1 o 2 positivi, a fronte di tamponi negativi per gli altri, la partita si potrebbe giocare, altrimenti con un numero più alto di positivi si può rinviare la gara. È forse difficile (e costoso) da attuare ma è l’unica possibilità per poter continuare il campionato, altrimenti è meglio fermare tutto. Da tempo, sia a Tv Prato tramite il Gioco è Fatto sia su questo portale, chiediamo che venga regolamentata la situazione: dopo la figuraccia di Aglianese-Bagnolese, lo chiediamo quotidianamente con più forza, anche se vediamo che purtroppo siamo fra i pochi a chiederlo. Addirittura c’è chi ha cavalcato la polemica dello stop dei campionati provinciali che a differenza di quelli regionali sono stati fermati: ci sembra una polemica sterile e soprattutto miope, considerando cosa sta accadendo nel mondo. Avere un ruolo di responsabilità implica prendere delle decisioni, anche forti: e il valore di un dirigente si misura su quanto tempestivamente prende questo tipo di decisioni.
Anche in regione, stiamo viaggiando in “deregulation”, senza una normativa chiara che governi i campionati regionali dall’Eccellenza in giù: Lombardia, Liguria e Umbria hanno già fermato i propri campionati. In Toscana cosa accadrà?

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