Almanacco del Calcio Toscano

Io proprio io: Valerio Biasci

Io proprio Io si inoltra nella vita di Valerio Biasci, patron e vice presidente da cinque anni del Fratres Perignano, marito di Carla e padre di Arianna, nonché titolare dell’Agenzia Funebre Biasci con tre sedi e un’attività di eccellenza riconosciuta e certificata. Valerio ama viaggiare, e ci fa compiere un vero e proprio viaggio attraverso le sue passioni, i suoi valori fondanti, le sue imprese sportive, in cui traspare l’orgoglio per i risultati raggiunti e la coerenza con i propri principi. Valerio ha una filosofia del lavoro che ripete come un mantra: “Programmazione, innovazione, investimento”. Ma anche una filosofia di vita che contempla saper staccare, dedicarsi alla famiglia, godersi svago e riposo. Buon viaggio allora, con la solita raccomandazione agli “scrollatori” del cellulare: salvate il link e leggete con calma, crediamo ne valga la pena.

di Edoardo Novellicon la collaborazione di Andrea L”Abbate

Una falegnameria, un giovane commercialista…

– Partiamo da lontano. Come è cresciuto il Valerio Biasci imprenditore?

“Quando ho iniziato, nel 1994, ero un giovane commercialista che amministrava già una ventina di ditte. Mio padre era falegname, lavorava nel settore in modo occasionale e artigianale. Decisi di lasciare progressivamente lo studio commerciale. Mi resi conto come per un’attività del genere, in un paesino di pochi abitanti come Lorenzana, ci fosse bisogno di portare innovazione sul territorio, per potersi estendere nei comuni limitrofi e anche fuori regione. Sono fondamentali la programmazione e gli investimenti costanti.

L’innovazione in un settore così particolare è stato aggiungere un servizio, penso al personale disponibile sempre nelle 24 ore, ai mezzi per il trasporto o a un locale dignitoso per il commiato, cose che nel nostro ambito non esistevano. Acquistai due nuovi mezzi di ultima generazione e li resi disponibili a noleggio per altre imprese, iniziarono a conoscerci e l’attività si ingrandì a macchia d’olio, con l’assunzione di dipendenti e servizi nazionali e internazionali.

La falegnameria dove lavorava babbo si è trasformata nell’ufficio dove stiamo parlando e nei locali per la mostra e il commiato. Nel corso degli anni abbiamo aperto le sedi di Collesalvetti e Casciana Terme, fino ad arrivare al Certificato di Eccellenza che oggi ci colloca fra le migliori imprese funebri private d’Italia, con circa 200 servizi completi in un anno, oltre a 400 uscite a noleggio”.

– La passione per il calcio è innata o l’ha scoperta strada facendo?

In questa cronaca del 2004 si racconta di una doppietta di Biasci a Le Melorie.

Milan, una grande passione

“La passione per il calcio c’è sempre stata. Sono un grande tifoso milanista, l’ho seguito dappertutto in Europa, sono andato due volte in Giappone, poi il caso ha voluto che iniziassi la mia attività nel ’94, in contemporanea con l’entrata in politica del presidente Berlusconi, mentre il Milan vinceva ad Atene la sua terza Coppa Campioni col Barcellona, dopo le due con Sacchi del 1989 e ’90. Ho giocato in prima categoria da militare e poi nell’Acciaiolo fino a 37 anni a livello amatoriale, visto che l’azienda di cui ero titolare e amministratore non mi permetteva di impegnarmi di più.

L’Acciaiolo ha la divisa come il Milan… chissà per quale motivo!

Acciaiolo: dal calcio amatoriale a “patron”

Da lì è cominciata la mia attività dirigenziale quando fu deciso di affiliare l’Acciaiolo alla FIGC in 3a categoria. Il primo anno 2008-09 fu un’avventura con tutti ragazzi del paese, solo la punta prendeva un rimborso simbolico – per saperne di più potete leggere la storia dell’Acciaiolo sul sito ufficiale – Mi coinvolsero in vista della stagione successiva, e cominciai a introdurre i miei principi di programmazione, con la ricerca di sponsor che garantissero una rosa allargata con rimborsi per tutti. Non fu una cosa semplice, non avendo dalla mia professione agganci di cui per esempio può usufruire un agente di commercio. Introdussi un logo e la divisa sociale con cui mi presentavo nelle aziende, cercando di vendere il “prodotto” pubblicità meglio possibile.

Realizzammo un sito con il quale offrire visibilità on line e sui nascenti social grazie a un giornalista e un fotografo, proponendo per primi in zona gli highlights delle partite, anche fuori casa, mostrando nel video il logo degli sponsor. In due anni il campo di Acciaiolo si riempì di 60 striscioni e di un pannello con gli sponsor per le interviste. Il fotografo riprendeva le partite e le foto venivano pubblicate, tutto acquisiva credibilità anche a fronte di eventuali controlli.

dal sito acciaiolocalcio.com Nella stagione 2010/2011 arrivano i primi successi pesanti targati Acciaiolo. La squadra vince la Coppa provinciale, si laurea vice campione toscana raggiunge il 2° posto in campionato e conquista l’accesso in Seconda Categoria per meriti sportivi (32 vittorie, 9 pareggi, 3 sconfitte, 123 goal fatti e 38 goal subiti). L’impegno dei ragazzi, della società e dello staff tecnico viene così ripagato nel migliore dei modi.

Nel 2013 Il Tirreno celebra l’Acciaiolo per la vittoria del campionato di 2a categoria

La sinergia con il Lorenzana Crespina, nasce l’Atletico Etruria

– L’Acciaiolo bruciò le tappe, andando oltre gli obiettivi prefissati, poi si apre il capitolo Atletico Etruria, giusto?

“In tre anni abbiamo raggiunto la Promozione. Per l’annata 2014-15 unimmo le forze con il Lorenzana Crespina, che garantiva l’apporto del proprio settore giovanile, assumendo la denominazione di Atletico Etruria sotto la presidenza di Luca Turelli, che si occupava per lo più delle squadre giovanili. Nell’annata 2015-16 si raggiunse la Promozione”.

24 vittorie su 30 giornate, 12 successi negli ultimi 13 turni, 74 punti conquistati e 1° posto in campionato ai danni dei “cugini” del Fratres Perignano.

L’Atletico Etruria dei record, stagione 2015-16 con Valerio Biasci in piedi esultante

Mirko Ragoni, un cugino come direttore sportivo

– Nella stagione successiva inizia la collaborazione sportiva con suo cugino, Mirko Ragoni. Come si è sviluppata?

“Nel 2016-17 all’Atletico Etruria c’era bisogno della figura di un direttore sportivo ed è iniziata la collaborazione con Mirko Ragoni. Dopo quell’anno la mia strada si è divisa da quella di Luca Turelli, e il connubio fra Acciaolo e Lorenzana Crespina si sciolse. Mirko ed io ci siamo spostati per il 2017-18 a Cenaia, scartando l’ipotesi di Pontedera, un ambito professionistico che non si conciliava con i miei impegni di lavoro.

Una stagione a Cenaia, “toccata e fuga”

– L’esperienza a Cenaia è durata solo una stagione, come mai?

Mirko e io abbiamo portato nella società tutte le innovazioni che avevo introdotto negli anni all’Acciaiolo prima e Atletico Etruria poi: festa di presentazione, sito nuovo, striscioni, un nuovo logo, le interviste dopo gara davanti a uno schermo da 70 pollici sul quale scorrevano gli sponsor, sciarpe e gadgets per i tifosi, trasferte organizzate. Come segno di continuità aggiungemmo il complemento “Atletico” nella denominazione, che divenne Atletico Cenaia.

Forse siamo andati oltre quanto la dirigenza fosse in grado di accogliere. L’inizio non fu brillante, avevamo trovato una rosa già fatta, Mirko a dicembre fece qualche inserimento e da lì chiudemmo a metà classifica, ma si sentiva che quanto facevamo non veniva apprezzato. Inoltre il patron Daniele Baroncini non aveva riportato al consiglio direttivo alcuni accordi verbali circa lo sviluppo di una sinergia con l’Acciaiolo a cui tenevo molto. L’Acciaiolo si era iscritto nuovamente alla terza categoria, ma le forze materiali ed economiche si erano unite a quelle del Cenaia.

Due mesi nell’ombra a scrutare il futuro

Avevamo fatto realizzare, con il contributo del Comune, una tribuna da 300 posti omologata per la serie D e alcune migliorie, con la prospettiva di giocare lì le partite in casa del Cenaia, di tutto ciò nessuno della società pareva saper nulla. Ci si mise anche La Nazione una domenica mattina, con un titolo a nove colonne che travisava alcune mie dichiarazioni, paventando l’esonero dell’allenatore Massimo Macelloni in caso di risultato negativo al pomeriggio. Insomma si stava delineando una specie di scontro sportivo, non era scattato il feeling. Per due mesi non andai nemmeno alle partite, Mirko mi tutelava occupandosi dell’aspetto mediatico e delle relazioni con la squadra. La gente del posto poi si rese conto di come stavano le cose, lo stesso l’allenatore, ma nel frattempo mi stavo già guardando intorno verso una nuova esperienza”.

L’Almanacco del Calcio Toscano ospite nella stanza dei ricordi e dei trofei a casa di Valerio Biasci, dedicata in gran parte al suo Milan

Fratres Perignano, decisivi Frosini e Santucci

– Ed ecco spuntare la Fratres Perignano, da rivali sul campo a corteggiatori…

“La forza economica che potevo offrire suscitava molto interesse. Valutai le possibilità che offriva il Ponsacco, a Pontedera incontrai Filippo Tagliagambe, avrei potuto curare il loro marketing entrando in società insieme a Mirko Ragoni. L’idea era intrigante, ma la mia situazione fra lavoro e famiglia non era compatibile con l’impegno. Ed ecco che si arriva al Fratres Perignano, che negli anni di ascesa dell’Acciaiolo avevo incontrato come principale antagonista, nel 2015-16 – ricordano insieme Valerio Biasci e Mirko Ragoni – li superammo in classifica nelle ultime giornate. In prima battuta si rivolsero a Mirko come possibile direttore sportivo della squadra Juniores Provinciali, per rafforzare un settore giovanile di recente formazione.

Veniero Frosini e Daniele Santucci, decisivi nel portare Valerio Biasci al Perignano

Avevo incontrato Veniero Frosini e Daniele Santucci alla partita dell’Atletico Etruria Juniores contro il Fratres Perignano, mi invitarono per una chiacchierata. Era il maggio 2018, nel frattempo Mirko aveva deciso di accettare la sfida. L’approccio che ebbero con me mi colpì e fu decisivo. Più o meno le parole furono: <Qui a Perignano i soldi non sono la priorità, abbiamo pensato a te per quanto hai fatto fin qui nel calcio, per la visibilità che hai garantito agli sponsor, per la tua organizzazione…>. Era la prima società, e le prime persone, che non mi stava cercando per l’aggiunta di un valore economico, ma perché apprezzava il mio operato. Nel Perignano, insieme a Mirko, abbiamo riportato quanto avevamo costruito altrove, le interviste con lo schermo che mandava gli sponsor, la tribuna con gli striscioni, le trasferte in pullman, e via dicendo”.

Da cinque anni ai vertici in Toscana

– Sono state cinque stagioni, pur con l’impatto pesante della pandemia, nelle quali la Fratres Perignano ha vissuto grandi successi e cocenti delusioni, come ricorda questa altalena emozionale?

“Negli ultimi cinque anni siamo ai vertici in Toscana, abbiamo fatto più punti di tutti. Nel primo anno la squadra arrivò seconda in Promozione e abbiamo portato gli Juniores ai regionali, nel 2022 è arrivata l’Elite. La stagione successiva siamo approdati in Eccellenza grazie al titolo sportivo della Pecciolese, piazzandoci secondi con un vero e proprio miracolo sportivo, essendo una squadra costruita per fare la Promozione.

A settembre 2019 anche Il Tirreno celebra la matricola Fratres Perignano, che in Eccellenza ferma la Massese sull’1-1

Dopo l’interruzione per il Covid abbiamo scelto di partecipare al campionato di Eccellenza in versione ridotta, affrontando gli obblighi del protocollo sanitario, per far giocare i ragazzi e per dare visibilità agli sponsor. E questa volta non è bastato arrivare primi né i 16 gol di Lorenzo Sciapi in 10 partite.

I segnali del destino…

La finale playoff col Cascina in pratica era finita, se al 95′ quel pallone finiva fuori dall’area. Invece arrivò il pareggio, ai supplementari si rimase in 9 – Sciapi espulso subito prima del 2-2 n.d.r. – , poi l’autorete ed è andata com’è andata. Si vede era destino, lo stesso per cui rimasi illeso per miracolo quella notte stessa dopo un incidente sul viale di Vada, contro un’auto che bucò uno stop da una via traversa, tanto spavento ma poteva andare molto peggio…

Un Livorno… fra le ruote

Dopo la grande delusione eravamo pronti a ripartire per vincere, poi ad agosto ci ritroviamo il Livorno iscritto nel nostro girone. Il fattore “C” in quel periodo non girava tanto bene… Tra gli strascichi delle squalifiche di fine stagione precedente, l’arrivo di un giocatore importante sfumato, l’indennizzo irrisorio per il “danno procurato” dall’iscrizione del Livorno, il morale andò giù anche se cercavamo di incoraggiare i ragazzi. Nonostante questo fu una bella stagione, ci piazzammo quarti dietro il Livorno e a due punti da San Miniato e Cuoiopelli, togliendoci un paio di grosse soddisfazioni proprio con il Livorno.

Sabato 5 marzo 2022 il Fratres Perignano sbanca il Picchi di Livorno, domenica 6 per Valerio Biasci è un compleanno indimenticabile

All’andata, si giocava a Santa Croce sull’Arno, finì 1-1 con Sciapi che sbagliò un rigore verso la stessa porta di quello mandato sul palo nel playoff di giugno col Cascina, quando si dice il destino. Poi si arriva al ritorno di sabato 5 marzo 2022, il giorno prima del mio compleanno.

Colpo grosso al Picchi: Livorno 0 – Fratres Perignano 1

Andiamo a Livorno tranquilli, la piazza e lo stadio ci danno quello stimolo in più. In tribuna accanto al presidente del Livorno Paolo Toccafondi, al sindaco Luca Salvetti, sentivo davvero il sapore dell’avvenimento. Ed ebbi come regalo la vittoria per 1-0 con un gran gol di Sciapi, alla sua maniera. Alla fine applaudivo i miei, il presidente Toccafondi mi accompagnò negli spogliatoi perché l’atmosfera era calda, infatti dopo la partita esonerò l’allenatore (Renato Buglio n.d.r.). Il mercoledi successivo a Perignano Veniero e Daniele mi organizzarono una festa a sorpresa con più di quaranta persone, apparecchiando tutto di rossonero sapendo la mia passione per il Milan, con una torta che celebrava le due cose insieme… E’ stato il massimo, sia a livello sportivo che sul piano dei valori umani di collaborazione e amicizia in cui credo.

(Se volete rivivere la vittoria della Fratres Perignano al Picchi e i festeggiamenti del Presidente, ecco come li raccontava il sito ufficiale della società: La vittoria per 1-0 all’Armando Picchi I doppi festeggiamenti per il compleanno di Biasci Qui invece la sintesi della partita sul canale Youtube di Almanacco Calcio Toscano

Fabrizio Ticciati, i saluti dopo cinque anni insieme

– In quell’estate ci fu il primo avvicendamento in panchina della sua gestione, giusto?

“Esatto. Con la fine di quella stagione convenimmo con Fabrizio Ticciati, allenatore della squadra dall’anno precedente il nostro ingresso, che si fosse chiuso un ciclo, e ci siamo indirizzati su Matteo Niccolai. Con il nuovo allenatore purtroppo il feeling non è sbocciato come speravo.

Niccolai, questione di feeling… mancato

Niccolai è una persona che parla poco, dimostrava di non gradire troppo il mio interessamento e la mia vicinanza alla squadra, era molto unito al suo staff, tanto convinto del suo piglio vincente da ritenere superfluo di visionare le squadre avversarie. Però mi pare abbia legato poco col gruppo. La premessa di portare qualche suo giocatore di fiducia non si concretizzò, è arrivato solo Gianluca Carani, reduce dall’infortunio al crociato, non fu una bella partenza. Faceva scelte che mi lasciavano perplesso, una volta durante una partita mi sfuggì un dissenso un po’ plateale e mi rispose per le rime, chiesi subito scusa ma non era un bel segnale. Fino a novembre la squadra fece punti grazie alle individualità, subiva spesso, eravamo quinti in classifica. Ci fu un chiarimento con il mister, ai giocatori più distratti da voci di mercato fu chiarito che non sarebbe partito nessuno.

Un altro scorcio di casa Biasci, con Valerio, il d.s. Mirko Ragoni e di spalle il nostro Andrea L’Abbate

– E da quel momento partì la vostra scalata…

“Dalla settimana dopo la squadra trovò un assetto equilibrato e infilammo un filotto di vittorie (11 su 14 partite, 7 consecutive n.d.r.), scalando prima il terzo posto e poi la cima della classifica. Lo scontro diretto col Cenaia a sei giornate dalla fine ci trovò un po’ stanchi, sentivo e lo dissi in varie interviste che il vincitore di quella partita avrebbe vinto il campionato. Mai vista tanta gente allo stadio, partita sentita, è un derby con tre chilometri fra i due paesi…

Una fase di gioco in Fratres Perignano-Cenaia 0-1 davanti a spalti gremiti

Cenaia, onore al merito

Hanno vinto loro, come all’andata, chapeau, significa che erano più forti. Sono sportivo, riconosco i limiti che abbiamo avuto, onore al Cenaia, so come si vince e lì hanno fatto un capolavoro, chiamai subito il direttore sportivo Bruno Betti per congratularmi. Ho preferito farlo con lui invece che con il presidente Baroncini, ma sono coerente e non riesco a portare rancore. Magari non ci vado a cena ma so riconoscere i meriti. Adesso sono piuttosto curioso di come il Cenaia saprà affrontare la Serie D”.

Si riparte da Lorenzo Sciapi

– Adesso si riparte con energie nuove e un gruppo diverso, con quali prospettive?

Il Fratres Periginano riparte col punto fermo di Lorenzo Sciapi, qui fra Biasci e Ragoni

“L’anno scorso si era chiuso un ciclo con Fabrizio Ticciati, quest’annata è stata forse la più difficile da quando ho iniziato, non la posso definire certo negativa, però non abbiamo raggiunto l’obiettivo desiderato. Ci voleva coraggio a ripartire pensando al futuro e lo faremo rinnovando, del vecchio gruppo è rimasto solo Lorenzo Sciapi”.

Enrico Cristiani, questione di feeling… a pelle

– La scelta di Enrico Cristiani come è maturata?

“Non lo conoscevo, è stata una proposta del nostro d.s. Mirko Ragoni. Dopo la delusione della finale persa ci siamo presi una decina di giorni di tempo per riflettere. Manolo Dal Bo è arrivato in corsa coi suoi metodi un po’ rigidi, forse adatti con i giovani, non a quel gruppo abituato da tempo ad altre dinamiche, che aveva bisogno di ritrovare l’enfasi motivazionale dopo lo shock col Cenaia. Comunque Dal Bo aveva fatto bene, ma forse per inesperienza ha avuto difficoltà ad affrontare e gestire certe situazioni, con un giocatore in particolare, quando sarebbe bastato parlarci serenamente. Nel frattempo Mirko aveva preso contatti con Enrico, che ho avuto poi il piacere di conoscere. Ho trovato una persona molto aperta di vedute, con cui parlare di tutto. Siamo stati a cena insieme con Mirko, Veniero e Daniele, ci siamo intesi subito”.

Enrico Cristiani, nuovo allenatore del Fratres Perignano 23-24

– Eppure Enrico Cristiani ci aveva confidato di prepararsi a una stagione fuori dai giochi…

“L’ho chiamato per la prima volta un giovedi sera – risponde Mirko Ragoni – ci siamo trovati il venerdi a Cascina per un aperitivo e ci siamo stretti la mano. Il resto è venuto da sè”

– Cristiani è un mister ambizioso, la Fratres Perignano è all’inizio di un nuovo ciclo. Partite a fari spenti per abbagliare strada facendo?

“Il segreto è proprio quello – riprende Valerio – Nell’ultima stagione abbiamo pagato dazio come squadra da battere. Non è arrivato il risultato pieno e la delusione è stata tanta. E’ giusto che adesso non ci esponiamo troppo, anche se fra nomi già usciti e annunci imminenti sveleremo qualche ambizione in più. Un po’ come all’inizio della mia esperienza qui, mi piacerebbe fare un campionato da protagonisti, senza partire come favoriti”.

L’importanza della condizione atletica

– Cosa può essere mancato al Perignano a un passo dal traguardo, e cosa invece dovrà avere assolutamente per riuscirci alla prossima?

“Lavoriamo sulla programmazione, la squadra deve stare bene fisicamente, se non è preparata atleticamente e arriva dopo sui contrasti, anche le individualità non contano. L’anno passato calava vistosamente nei secondi tempi, mentre due stagioni fa grazie al preparatore atletico Marco Tamburini – adesso al Montecatini n.d.r. -, che lavorava col GPS, riuscivamo anche a ribaltare partite sotto di due gol.

E’ lo scotto che abbiamo pagato negli scontri diretti col Cenaia, erano più preparati di noi, ci pressavano fin dal nostro portiere, il loro gol è nato da una ripartenza su punizione a nostro favore – vedere per credere gli highlights della partita, clicca qui n.d.r. – Quest’anno avremo Marco Masoni preparatore atletico, un collaboratore valido. E’ importante il contributo di ogni singolo, come può esserlo ad esempio l’allenatore in seconda, ma penso a tutti fino al magazziniere”.

– Qual è il rapporto fra la società, la squadra e il territorio? Il paese vi segue?

“Colgo volentieri l’occasione per un invito, sarei davvero contento di attirare un po’ di seguito in più fra il pubblico. Capisco che tanti sono tifosi del Pisa, a Perignano c’è un club. però ad esempio nella finale playoff a Pontedera i sostenitori al seguito erano pochi anche per un paese piccolo come il nostro, chiamato a confrontarsi con piazze da decine di migliaia di abitanti”.

Il d.s. Mirko Ragoni aggiunge un altro particolare utile a comprendere le dinamiche del tifo locale…

“La Fratres Perignano nacque come squadra amatoriale, il riferimento al Gruppo Donatori di Sangue è rimasto nel nome ma non c’è un coinvolgimento nel consiglio direttivo. La squadra più sentita da queste parti era il Perignano Calcio, scomparso nel 2016 quando il Cascina, appena retrocesso in prima categoria, ne ha rilevato il titolo sportivo. La Fratres, nata da un gruppo amatori, era meno sentita in paese, ha una storia più recente”.

Da poco sui social, come mai?

– Torniamo sulla persona Valerio Biasci anche oltre il calcio. Ha creato un profilo social solo da poco tempo. Perchè fino a oggi no e adesso sì?

“Con tanti impegni di gestione in azienda, amministrazione, contatti con gli sponsor, la squadra, la famiglia, non posso star dietro anche ai social, a Facebook o altri, scrivere post posso dire sia per me “tempo perso”. Però tutti ci scrivono messaggi e se non sei iscritto non puoi leggerli. Di recente mentre ero in vacanza nel Cilento, considera che quando sono in viaggio o lontano dal lavoro solo in pochi sanno dove trovarmi, ho messo delle foto sullo stato di Whatsapp la sera alle otto, in due ore le avevano viste più di cento persone. Figuriamoci se voglio questo! Quindi, sono su Facebook per non rimanere tagliato fuori, scambio qualche sfottò sportivo con amici, nulla di più”.

– Come riesce a staccare da un lavoro emotivamente così impegnativo?

“Il mio lavoro è una vera professione, è fondamentale l’elemento umano e il servizio. Non si tratta solo di portare una cassa, dare conforto a una famiglia non è facile, ed è quello che ci ha sempre contraddistinto e che ho trasmesso ai collaboratori. Il segreto è riuscire a non portare niente a casa del lavoro, altrimenti diventa impossibile, specie in alcuni casi umanamente pesanti. Per questo cerco di staccare spesso dall’ambiente, andare via fisicamente e lasciare a casa tutti gli impegni, anche quelli amministrativi. E’ fondamentale per rigenerarsi, come l’Aspirina quando non si sta bene, sapendo che ho dei collaboratori di livello che possono sostituirmi h24 in tutto, e mi permettono di poter gestire con serenità anche la parte sportiva”.

Valerio Biasci e Mirko Ragoni con il nostro Andrea nel giardino di “Villa Arianna”, il nome della figlia, dove Biasci risiede con la famiglia

La cura del particolare

– Anche perché lei può definirsi davvero un “patròn” che ha a cuore ogni minimo particolare…

“Gestire la società con 80 sponsor è impegnativo, d’inverno è difficile che alle sei di pomeriggio sia già a casa a godermi il caminetto. Seguire gli allenamenti, dare una mano anche all’Acciaiolo che è vicino e ci sono legato, incontrare appunto gli sponsor cercando di dedicare loro tempo e tranquillità, richiede energia e va fatto in certi orari. A volte arrivo a casa alle dieci di sera, anche per questo staccare ogni tanto è fondamentale”.

“Ho viaggiato in tutto il mondo”

– Cosa la rilassa e cosa la fa ridere?

“Più di tutto mi rilassa viaggiare. Ho visitato più di cinquanta paesi, sono stato in Australia, due volte in Giappone, in Brasile, un po’ dappertutto. Due viaggi in particolare ricordo con grande emozione. Gli atolli della Maldive in mezzo all’Oceano, per un appassionato di snorkling come me, sono stati un’esperienza bellissima. L’altro è quello di quattro giorni in pieno inverno a Rovanieni, quando mia figlia Arianna era piccola, con l’occasione di visitare il paese di Babbo Natale.

Uno scorcio dell’Artic Snow Hotel di Rovanieni

Abbiamo indossato le tute termiche, visto l’hotel e il bar tutti in ghiaccio, fatto un percorso di tre ore in mezzo alle conifere, sopra una slitta trainate da otto cani husky, un paesaggio stupendo. I cani vivono in allevamento, sono addestrati per correre, per frenare devi tirare le redini, ma a un certo punto hanno trovato un punto di ghiaccio sciolto, si son fermati di botto, per fortuna c’era la guida con noi… C’è mancata l’aurora boreale, l’abbiamo vista riprodotta in un museo, stando sdraiati per terra.

Abbiamo conosciuto la Lapponia quando alle tre di pomeriggio faceva buio fino alle dieci della mattina dopo. Capisco la depressione che coglie chi vive in quei posti. Poi il caso ha voluto che rivivessimo tutte le emozioni pochi giorni dopo, guardando il film “Ailo”, ambientato proprio in quei posti.

Qual era l’altra cosa? Ah! Ridere… Beh, mi torna in mente l’importanza della sinergia coi collaboratori. Veniero Frosini è uno di loro, e soprattutto è un amico, una persona di una simpatia incredibile. Quando abbiamo un problema da affrontare, cerca sempre la battuta, da quella ne nasce un’altra, si prende a ridere, si va a cena e si trova la soluzione. Veniero è una persona positiva, per arrivare a certi risultati è indispensabile la sua presenza costante, come lo è quella di Daniele Santucci. Senza di loro il Perignano non potrebbe esistere”.

Onestà e umiltà, tesori da difendere

– Il rispetto e la coerenza sono i suoi valori fondamentali…

“Cerchiamo di fare sempre il meglio, nel rispetto dei valori fondanti della vita, con l’esempio e la coerenza che trasmetta qualcosa di positivo ai ragazzi. Penso a un nostro giocatore che dopo i play off si è sfogato danneggiando gli spogliatoi nello stadio di Pontedera, D’accordo che i social hanno amplificato la vicenda con tante inesattezze, e che la società non ha riportato al sindaco le pronte scuse del ragazzo, però sono gesti che nulla hanno a che vedere coi nostri principi”.

Rileggiamo insieme una dichiarazione di Valerio Biasci in un’intervista di qualche tempo fa… «Non è tanto il risultato sportivo a riempirmi di soddisfazione, quanto l’aver trasmesso ai miei ragazzi i valori irrinunciabili della vita, di qualsiasi settore si tratti. Le partite si vincono e si perdono, ma l’onestà e l’umiltà sono tesori che non vanno smarriti per strada».

“I risultati danno soddisfazione, ma l’umiltà e la coerenza sono le prime cose”, ribadisce a noi dopo un sorriso.

Ballo ballo… da capogiro!

– Le piace ascoltare musica, va ai concerti? Riesce anche a leggere qualche libro?

Questa potrebbe essere una foto di Valerio Biasci ballerino… immaginatelo!

“Ascolto più di tutto cantanti italiani, come Antonello Venditti. Vado ai concerti volentieri. Poi mi piace ballare il valzer, i balli caraibici o di gruppo, in una sala posso ballare anche tre ore di seguito, mi rilassa come viaggiare, sono le due situazioni in cui il mio cellulare trasferisce sempre le chiamate. Mi resta poco tempo per leggere, e devo dare la precedenza a giornali e riviste specializzate per aggiornare le mie competenze amministrative e fiscali. Faccio tutto io, non ho commercialista né segretarie, serve padronanza per rispondere all’Agenzia delle Entrate… Ho avuto i loro complimenti in occasione di un controllo, sono soddisfazioni anche queste. Se iniziassi un libro non saprei davvero entro quanto potrei finirlo!

– Però vedo che si mantiene in forma, il tempo per tenersi allenato come lo trova?

“E’ semplice, ballando tre o quattro sere a settimana per almeno due o tre ore ogni volta! Poi d’estate mi piace nuotare in mare, fra la lettura di un giornale e una rivista mi faccio un po’ di bracciate. D’inverno andavo anche a correre, quindi per il mal di schiena sono passato alla ginnastica attiva e a un po’ di cyclette in casa. Poi serve equilibrio, anche nell’alimentazione”.

– A proposito, le piace cucinare? Qual’è il suo piatto preferito?

Valerio con la moglie Carla nella foto scelta per il suo nuovo profilo social

“A quello pensa mia moglie Carla, siamo sposati da 27 anni ed è bravissima. Anche mia mamma è sempre stata casalinga e una cuoca strepitosa, lo stesso era mia suocera, andavo dalla zia, pure lei brava in cucina… Sono sempre stato coccolato e lo apprezzo, mi piace mangiare. Il piatto preferito? Gli spaghetti alle vongole!”

La famiglia, il lavoro, la contabilità, gli sponsor, le partite, i viaggi, il ballo, il nuoto, la cyclette… Tutto in sole 24 ore al giorno. E c’è pure il tempo per gli spaghetti. Valerio Biasci, quando si dice “un Patron”.

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