Serie D – Di Paola celebra i 200 gol in carriera
“Lo sapete? Il mio papà ha segnato 200 gol”. Vedere il piccolo Samuele, 6 anni, girare per le vie di Ponsacco per raccontare a tutto il vicinato l’impresa compiuta dal papà, è la cosa che rende più felice Francesco Di Paola. Un bomber con la B maiuscola. Dentro e fuori dal campo.
Si spiegano così i tanti, tantissimi messaggi che il puntero toscano ha ricevuto dopo quell’incornata vincente contro il Sangimignano che ha permesso al Tuttocuoio di portarsi sul 2-0 e mettere in ghiaccio una sfida che ha lasciato Di Paola e compagni in testa al girone E di serie D con 28 punti dopo le prime 12 giornate. Un’incornata che ha permesso all’attaccante classe 1984 di toccare quota 200 gol di cui 2 in Eccellenza a Forcoli, 7 in serie C con Viareggio, Sangiovannese e Castel Rigone e gli altri 191 in serie D tra Forcoli, Spezia, Ponsacco, Cuneo, Santhià, Castel Rigone, Foligno, Sambenedettese, Lavagnese, Massese, Viareggio, Ghivizzano e Tuttocuoio.
Tanti messaggi anche dall’Umbria dove Francesco ha lasciato il segno. Un anno a Castel Rigone, da dicembre 2012 a dicembre 2013 con la vittoria del campionato di serie D e un girone d’andata in Seconda divisione e una stagione e mezzo a Foligno, in serie D, nella seconda parte della stagione 2013-2014 e nell’annata 2015-2016. “Foligno resta la piazza più bella dove ho giocato. Al di là delle vicissitudini societarie dell’ultimo anno – sottolinea Di Paola – è una città dove io, mia moglie e i miei bimbi siamo stati benissimo. La gente e i tifosi mi hanno fatto sentire un re. Ho deciso di non spostarmi più dalla Toscana ma se mi chiamasse il Foligno, ci penserei…”.
Castel Rigone invece? “Una favola. Arrivai dal Santhià senza conoscere nulla o quasi, dopo la chiamata del direttore Quarta. Alla prima a Pierantonio subito gol, poi una cavalcata incredibile fino a quel 5 maggio 2013 a Scandicci. E chi se la scorda quella domenica?”.
E’ più il rimpianto per aver visto la fine del Castel Rigone o per aver vissuto quell’esperienza?“Visto come va il calcio in generale, in questo momento, dico che sono stato fortunato nell’aver potuto vestire la maglia del Castel Rigone con un presidente come Brunello Cucinelli. E’ un peccato davvero che abbia lasciato il calcio. Per me resta un presidente unico”.
Con il Perugia invece solo un incrocio… “Sì ma in una giornata indimenticabile per me: 11 giugno 2011, finale Scudetto di serie D a Treviso. Cuneo-Perugia 1-0, gol Di Paola”.
200 gol da dedicare a…? “Alla mia famiglia: mia moglie Zeudy e i miei bimbi Samuele e Camilla, loro sono la mia forza”.
A 34 anni e con 200 reti sulle spalle si può anche iniziare a fare bilanci… il gol più bello di questi 200? “Al Blasone proprio contro il Ponsacco, da ex, con la maglia del Foligno: controllo di destro spalle alla porta e girata di sinistro sotto la traversa: 16 settembre 2015″.
Il difensore più ostico? “Ciurnelli del Cannara. L’ho sempre sofferto e due domeniche fa mi ha menato tutta la partita ma non me l’ha mai fatta vedere. Merito anche dell’organizzazione difensiva di mister Farsi ma, oggettivamente, non ho visto un pallone”.
Il miglior difensore avuto come compagno di squadra invece? “Gabriele Baraldi. Ho giocato con lui a Forcoli: io ero agli esordi in prima squadra, lui stava chiudendo una brillante carriera. Aveva una grande stima di me. Mi ha mandato un messaggio dicendomi: “Ci avevo visto lungo”. Mi ha fatto tanto ma tanto piacere”.
L’attaccante più forte con cui hai giocato? “Marco Agostinelli a Castel Rigone. Fuoriclasse dentro e fuori dal campo. Un esempio in tutto e per tutto”.
L’attaccante più forte incontrato da avversario? “Emiliano Frediani. Avremmo fatto una bell’accoppiata, sono sicuro, anche se avrei dovuto correre anche per lui…”.
Il miglior allenatore? “Faccio due nomi, anzi tre. Inizio con Federico Nofri. Ci telefoniamo spesso e a me carica anche solo sentire un audio fatto da lui. Poi non posso non dire Federico Giunti, ma voglio anche menzionare Marco Masi (ora alla Pianese, ndr). Mi ha beccato nella mia annata peggiore ma per me è un allenatore molto bravo”.
Quando smetterai, alla soglia dei 50 anni o giù di lì, ti vedi come allenatore o come direttore sportivo? “Vorrei restare nel calcio ma sicuramente non come allenatore. Non fa per me, non ho preso e non prenderò neanche il patentino”.
Ma il Tuttocuoio può vincere il campionato? “Sentiamoci domenica sera… Battute a parte, noi dobbiamo solo continuare a stupire come dico sempre ai ragazzi nello spogliatoio. I giovani devono farlo per cercare di fare carriera, io, che sono il più vecchio, voglio continuare a vincere per togliermi qualche soddisfazione”.
E domenica big match sia: il Ponsacco secondo in classifica, ospita la capolista Tuttocuoio che ha 3 punti di vantaggio. Non dovrai fare tanta strada per arrivare al campo… “No, e la cosa più bella è che Samu gioca proprio nei Piccoli Amici del Ponsacco. Non sa per chi fare il tifo infatti”.
Perché invece Di Paola senior non gioca nel Ponsacco? “Chiedetelo al ds Luperini – sorride -. Ma secondo me ci ha visto lungo. Ha capito che Samu può diventare più forte del babbo e ha puntato dritto su di lui”.
Un altro gol dell’ex come quello contro il Foligno? “Ma andrebbe bene anche segnarne uno più brutto. L’importante è buttarla dentro. Anche perché Samu pensava che avessi segnato più gol di Cristiano Ronaldo. Quando gli ho detto che lui ne ha segnati più di 500 mi ha liquidato dicendomi: “Ah beh, ma allora…”. Comincio a pensare che domenica me lo troverò in mezzo agli ultras del Ponsacco…”.
Nicola Agostini (fonte: www.eccellenzacalcio.it)
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