Promozione – La ricetta di Melani (Sestese) per la sopravvivenza delle società
L’Emergenza Coronavirus tiene banco nelle discussioni anche del calcio dilettanti. Ecco le idee del presidente, nonché allenatore della prima squadra, della Sestese Matteo Melani. Presidente, quali prospettive ci saranno nel dopo coronavirus per le società dilettantistiche?
“Ad oggi parlare di prospettive può sembrare azzardato, ma è proprio questo il momento per pensare al domani. Oggi si deve riflettere e decidere immediatamente per farsi trovare pronti quando si potranno riaprire gli impianti sportivi. E non parlo assolutamente del problema tecnico (conclusione campionati e altro) ma di quello economico che è vitale. Mi spiego meglio; come dirigente sono giovanissimo (neanche 2 anni), anche se sono nel calcio da una vita (sono stato tanti anni giocatore e poi allenatore) ma una idea me la sono fatta. Mai dal dopoguerra si era passati per una situazione del genere e per questo tutti i comparti dell’economia hanno bisogno di provvedimenti shock e non di pannicelli caldi. Chi dice che il calcio e lo sport dilettantistico in genere in questo momento sono un aspetto secondario si sbaglia di grosso. Lo sport ha lo stesso valore della scuola se vogliamo tirare su le nuove generazioni con principi sani, senza dimenticare il fatto che il costo della salute pubblica si abbassa notevolmente se i cittadini praticano attività sportiva. Innegabile quindi il valore sociale del movimento sportivo che si sostituisce in toto allo Stato per far svolgere attività a milioni di ragazzi. Inoltre la funzione delle società sportive negli ultimi anni è aumentata se penso alla gestione degli impianti sportivi che nel 90% dei casi non è più in capo alle pubbliche amministrazioni locali, ma anche all’essere ammortizzatori sociali per milioni di persone che arrotondano il proprio reddito (pensionati, lavoratori part-time e disoccupati) con i rimborsi sportivi. Ecco tutto questo mondo è in grave pericolo e se lo Stato non interviene subito “a gamba tesa” per fermare questa emorragia si rischia veramente di ritrovare un deserto al posto delle società sportive. E sarebbe un vero e proprio crimine dove verrebbe insultata la memoria dei tanti volontari (volontari in tutti i sensi) che dal dopoguerra fino agli anni 80 con coraggio hanno portato avanti lo sport e l’impiantistica sportiva in Italia. Parlando di calcio occorre fare una premessa importante. Tutti gli sport hanno la loro importanza e la loro dignità ma se parliamo di numeri la Lega Nazionale Dilettanti della FIGC batte tutti. Gli altri sport tutti messi insieme non fanno i numeri della Lega Dilettanti. Oltre diecimila società sportive in tutta Italia, milioni di ragazzi e atleti dilettanti che ogni fine settimana calcano i campi sportivi dal Trentino fino alla Sicilia. Migliaia e migliaia di addetti ai lavori: allenatori, dirigenti, custodi, massaggiatori e via dicendo. Quindi valore umano e valore economico. Quanti soldi si muovono ogni giorno grazie al nostro mondo? Quante persone ci lavorano? Quante attività collaterali beneficiano di questo indotto? Le Società si sono sempre rimboccate le maniche per decenni dando tanto e ricevendo poco. Tanta passione e tanto tempo tolto ai nostri affetti. Tanti rischi penali e civili per tutti i Presidenti. Oggi è il momento della solidarietà. I nostri vertici Federali regionali e nazionali devono andare dalle massime istituzioni politiche a battere cassa. I soldi in prestito possono servire per ripartire ma la parola “prestito” implica che vanno restituiti. Qui servono risorse a fondo perduto o si conteranno tanti morti o feriti gravi. La FIGC e la LND sono due istituzioni che vivono grazie anche alle iscrizioni e ai tesseramenti che ogni anno le società fanno con i propri soldi. La prossima stagione sportiva questi costi li deve sostenere lo Stato. Iscrizioni e tesseramenti devono avere un valore simbolico di pochi euro. E poi penso alle utenze. Se le sospendono (ed ancora non è stato fatto) poi ci ritroviamo a pagarle tutte insieme. Sarebbe importante per la prossima stagione sportiva che i costi relativi alle utenze degli impianti sportivi fossero abbattuti del 50%. E infine se lo Stato non ha soldi da erogare a fondo perduto che almeno ci dia dei crediti d’imposta. Esempio togliere per un anno il versamento IVA sui biglietti d’ingresso e sui corrispettivi dei bar e ristoranti all’interno degli impianti. Dimezzare i contributi Inps-Inail per le società che hanno dei dipendenti. Per chi è in contabilità forfettaria evitare di versare il 50% dell’IVA sulle sponsorizzazioni e per chi è in contabilità ordinaria dare la possibilità di versare soltanto il 50% dell’IVA dovuta. Agevolare le aziende che aiutano lo sport con pubblicità, sponsorizzazioni e donazioni con la possibilità di poter portare in detrazione il totale della somma erogata. Inoltre ad aggravare il tutto ci saranno inevitabilmente costi per sanificazioni uffici, spogliatoi, bar e punti di ristoro, bagni e quanto altro di pertinenza dei centri sportivi che gestiamo”.
E per le famiglie cosa pensa sia giusto fare?
“Le famiglie che portano i ragazzi a fare calcio sostengono delle spese importanti. Sicuramente le quote delle iscrizioni andranno riviste al ribasso così come il costo dei biglietti delle partite. Penso anche qui a dei crediti d’imposta dello Stato sul valore del 50% delle quote che ogni anno si incassano così da aiutare in un colpo solo famiglie e società sportive”.
Ultima domanda alla quale non si può sottrarre. Come finirà la stagione sportiva 2019/20?
“Premetto che non vorrei essere nei panni di chi deve decidere e premetto anche che la Sestese accetterà di buon grado ogni decisione presa dal Comitato Toscana e dalla LND. Certamente le soluzioni economiche devono essere antecedenti ad ogni ipotesi di ripresa attività agonistica. Inutile parlare di competizione e di date se poi dopo ai nastri di partenza o ri-partenza ci saranno tante caselle vuote. Per me sarebbe giusto prima finire la stagione sportiva 2019/2020 anche protraendola a Settembre/Ottobre 2020 e poi ripartire con la stagione sportiva successiva magari con una formula più snella che ci permetta di recuperare quei tre mesi persi. Il verdetto del campo è sempre da privilegiare e con l’estensione dei tesseramenti fino al 30 Ottobre 2020 ciò potrebbe essere fattibile. Oltretutto a Luglio scorso ogni società ha pagato per una intera stagione sportiva sia come iscrizioni che come tesseramenti (vedi assicurazione) ma ad oggi abbiamo usufruito di un servizio al 75% visto che dal 1 Marzo 2020 siamo fermi. Che fanno? Ci rendono i soldi? E poi diciamocela tutta. Se la stagione venisse annullata ne gioverebbero i soliti “furbetti” che magari sono fermi a Dicembre con i rimborsi e che non vedono l’ora di chiudere tutto per evitare di rispettare gli impegni presi (salvandosi magari da una retrocessione quasi certa) e sarebbero danneggiate le tante società che fanno attività in modo serio e che rispettano sempre tutti gli impegni economici. In fondo con 2 mesi di attività o anche meno tra fine campionati e play off e play out in Toscana potremmo veramente salvare la stagione ed evitare tante polemiche. Ma ripeto prima affrontiamo il tema della “sopravvivenza” economica del soggetto Società sportiva. Questo è il messaggio importante che voglio lanciare a tutti i Presidenti e a tutti i vertici Federali”.
FONTE: La Nazione