Io proprio io: Valerio Sisti
di Andrea L’Abbate
Presidente gentiluomo
Presidente e gentiluomo. Sono le due parole con cui si fotografa meglio Valerio Sisti, massimo dirigente del Mobilieri Ponsacco. Appassionato, tifoso, competente e grande organizzatore: Nello spirito della rubrica, “Io Proprio Io” disegna profondamente il presidente della società rossoblù andando a scavare sulla persona, più che sul dirigente.
Un abile mediatore
-Nato il 24 marzo, è un Ariete, le caratteristiche del segno sono rispettate?
“Mah, non sono un esperto di segni zodiacali – spiega Sisti – ma mi dicono che dovrei essere temerario, pieno di energia e coraggio. Non saprei, di certo però ciò che è accaduto fra Cascina e Ponsacco nell’ultimo anno denota un certo… sprezzo del pericolo! Comunque se devo proprio descrivermi, sono una persona che si dà da fare per salvare le situazioni, se posso dare una mano non mi tiro indietro. Sono un abile mediatore, per lo meno così mi dicono chi mi sta vicino. E sicuramente non mi mancano determinazione e volontà”.
“Ho iniziato seguendo mio figlio”
Padre di due figli (maschio e femmina), proprio a seguito del figlio ha iniziato l’avventura nel calcio.
“Mio figlio giocava negli Allievi dell’Urbino Taccola, per poi passare agli Juniores nel 2001. Il d.s. di allora Lazzeri e l’allenatore Panicucci mi chiesero se avessi potuto dare una mano. Da cosa nacque cosa, diventai ben presto direttore generale della società in Eccellenza. Avevamo una buona squadra, da Corbino in porta, ai difensori Toracca e Semeraro fino al rifinitore Di Rita o a Cannetiello. Abbiamo fatto la Categoria Regina per 10 anni fino al 2017, scrivendo (credo) le pagine più belle della storia della società di Uliveto Terme”.
L’arrivo a Cascina
E l’avventura a Cascina come è cominciata?
“A Uliveto il rapporto era un po’ ai titoli di coda e pensavo di staccare un po’. Invece mi cercò Stefano Lucchesi, allora factotum della società nerazzurra. Mi volle fortemente a Cascina e non riuscii a dire di no. Le cose poi non furono come mi erano state prospettate. Non fu un anno facile il primo, ma ci salvammo all’ultima giornata. Portai il tecnico Riccardo Rocca e il d.s. Luca Scaramuzzino, fino al ciclo di Luca Polzella con il quale vincemmo la Coppa in Promozione e tornammo in Eccellenza “.
“Ho scoperto un talento: Luca Scaramuzzino”
Ha nominato Luca Scaramuzzino, una “sua” creatura…
“Un mezzo figliolo, direi. Credo di poter dire di aver scoperto un talento, lo conobbi quando era alla Scintilla Pisa Est. Lo portai a Uliveto. Gli facevo fare tante cose e le faceva bene. Impegno, serietà, competenza: queste sono le sue caratteristiche (ora al settore giovanile del Pisa n.d.r.). Ha stoffa ed è stato giusto che abbia fatto un passo ulteriore di crescita. Secondo me sarà un ottimo direttore generale in futuro, perché sa organizzare come pochi”.
Ma il suo addio da Ponsacco l’anno scorso qualche problema lo creò...
“Beh, sono andato a Ponsacco per lui, parliamoci chiaro. E essere rimasto ad agosto senza la sua figura, qualche problema lo ha fatto nascere. Fortunatamente arrivò Egidio Bicchierai come direttore sportivo e figura migliore non potevo trovare, dopo aver salutato Luca Scaramuzzino“.
La “scommessa” Francesco Bozzi
“Comunque, sono contento anche di aver lanciato come allenatore in categoria Francesco Bozzi. Ho creduto in lui quando non aveva esperienza e devo dire che insieme abbiamo vinto una bella scommessa!”.
L’impegno politico per la città, i quartieri e le famiglie
Saltiamo un po’ di palo in frasca… Se le dico “politica”, cosa mi risponde?
“Per me la politica è impegno sociale e una parte importante della nostra vita in comune, perché solo attraverso la politica si possono far crescere i giovani e la nostra società. Vengo da una cultura di sinistra nella quale i quartieri servivano per aiutarci vicendevolmente e credo che sia doveroso aiutare chi sta peggio o non ha le stesse chance di chi invece sta meglio. Per me la politica bella è quella che aiuta. Credo sia fondamentale farla soprattutto a livello di quartiere, entrare nelle famiglie, fare le cose concrete”.
“Vogliamo lo stadio a posto”
Torniamo al calcio e all’avventura (perché questa è parsa nella prima stagione) dei Mobilieri Ponsacco…
“Francesca Brogi, il sindaco, mi ha fatto una corte serrata per portarmi al Ponsacco. Qui c’è una voglia di fare calcio non comune. E devo dire che ci sarebbero anche le strutture. Abbiamo acquistato Le Melorie dove il settore giovanile si può allenare e giocare nel migliore dei modi con una zona ricettiva di prima qualità. Poi ci sono i Poggini dove si può allenare la prima squadra. Ma è innegabile che vogliamo la nostra casa, lo stadio, a posto. È una condizione imprescindibile per poter crescere e mettere le radici in serie D”.
Quale rapporto si è creato fra voi, nuova società, e il paese e i tifosi?
“Credo che a Ponsacco nei due, tre anni precedenti al nostro arrivo, gli appassionati si siano un po’ disamorati del calcio. Si è persa l’abitudine a venire allo stadio. Le condizioni del terreno di gioco e la chiusura della tribuna coperta hanno fatto il resto. Per questo se devo chiedere qualcosa al 2024, spero davvero che l’amministrazione comunale rispetti l’impegno alla sistemazione della tribuna. Intanto è già stata tirata giù la parte centrale della tribuna stessa”.
Il ritorno di Umberto Aringhieri, il feeling con Caramelli
Intanto, è partita una nuova era con il ritorno di Umberto Aringhieri, ponsacchino doc e legato alla società fin dai tempi del babbo Romano in C. Poi c’è l’arrivo di Carlo Caramelli in panchina.
“Purtroppo Egidio Bicchierai, che avrei volentieri confermato, ha scelto di non rimanere. La pista di Umberto Aringhieri mi è parsa la più ovvia e la scelta migliore potessi fare. Con lui vogliamo costruire una squadra che possa conquistare una bella salvezza. E mi auguro che il connubio con Umberto possa andare anche al di là del rapporto fra presidente e d.s. Carlo Caramelli poi ha una preparazione notevole, era la sua occasione di tornare a vestire in primis una squadra. Sono convintissimo che faremo bene”.
Ma Valerio Sisti non è un uomo solo al comando, tutt’altro…
“Niente di più vero… Non farei niente senza due persone: il mio socio di lavoro Stefano Cantini che in tutti questi anni mi ha sostenuto moralmente, e mia moglie che non mi ha fatto pesare le mie assenze domenicali per la mia passione. In ultimo ringrazierei tutti i miei dirigenti e collaboratori calcistici, in primis il vice presidente Nicola Blunetti, imprenditore oculatissimo e senza il quale non andrei da nessuna parte “
Insomma, un dirigente illuminato che fa il bene (e che vince): ce ne sono tanti altri in giro?
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