Eccellenza – Roselle: Patron Ceri risponde duramente a Pincione
È ormai polemica aperta fra F.C.Grosseto e A.C.Roselle. Il patron della società appena neopromossa in Eccellenza (dopo una scalata fulminante dalla Terza Categoria) era stato chiamato in causa dal presidente biancorosso Pincione (leggi qua) per giustificare parzialmente la mancata richiesta di ripescaggio in Lega Pro del Grosseto. Ecco la risposta quantomeno “piccata” del presidente del Roselle, inviataci direttamente dalla società grossetana:
Invio questa mia lettera non solo da presidente dell’Ac Roselle, ma anche da cittadino grossetano oltre che tifoso. Egregio presidente, leggo le motivazioni della rinuncia al ripescaggio e vedo che il fatto che il Comune ci abbia concesso la possibilità di giocare allo stadio l’ha infastidita. Le specifico che ne avremmo fatto volentieri a meno, ma non disponiamo di un impianto idoneo a giocare: pensi, paghiamo anche l’affitto! Qui finisce il mio appunto da presidente e comincia quello da tifoso. Credo che una persona che non si emoziona e non ha passione non debba fare calcio, tantomeno in una realtà piccola come la nostra. Le regole del business possono funzionare a Roma, Bologna o Venezia, ma non qui, non in Maremma, non da noi. Credo anche che al momento di fare le sue valutazioni prima dell’acquisto della società, un occhio ai bilanci dell’Us Grosseto lo abbia buttato, scorgendo magari cifre a 6 zeri alla voce sponsorizzazioni: ecco per il 95 per cento provenivano da una sola azienda. Ma ciò che mi rende nervoso sono i proclami fatti e rifatti mille volte, è l’aver più volte constatato l’ostentazione di una ricchezza principesca, di una potenza economica mondiale, planetaria… ma incapace (forse per scelta?) di mettere assieme 320mila euro di contributo per il ripescaggio in Lega Pro ed averne 750mila poi di contributo dalla stessa lega. La scelta sarebbe stata legittima se avesse avuto la capacità di essere sincero con la piazza. “Secondi dietro ai campioni d’Italia, si riparte dalla Serie D, proviamo a vincere il prossimo anno”. Tutto qui, sarebbe bastato questo e Grosseto avrebbe capito e accettato.
Invece, in due mesi avete chiesto una tassa milionaria per limitare le aspiranti al ripescaggio, poi avete detto che i soldi li avrebbero dovuti mettere banca, Comune e imprenditori locali, poi che il ripescaggio era pronto. Infine che, di fatto, non fate domanda per punizione. Grosseto, la nostra città e non la sua, è generosa ma non ama farsi prendere in giro. Tira tira la corda si strappa e magari ci si trova di fronte a situazioni poco piacevoli. Perché se ho fame, ma non voglio chiederti da mangiare resisto, ma se mi offri un panino e poi me lo togli, irridendomi, una brutta reazione ci può anche scappare. Credo che come metafora calzi a pennello. Non so cosa succederà ora, magari dovrò trovare un altro campo all’Ac Roselle, ma pazienza. A proposito, lo stadio, affidato alle vostre cure fino al 28 agosto, è in condizioni disastrose: il campo in stato di abbandono, erba alta, incolta, così come il Palazzoli. Fossi amministratore vi direi di rimettere a posto tutto in tempi ristrettissimi; non si può pensare che debbano essere i cittadini grossetani a pagare le negligenze altrui . Non mi soffermo sulla storia dell’Academy, della grande importanza che avrebbe rivestito il settore giovanile per il Grosseto, delle mille fregature che i fornitori grossetani vi avrebbero appioppato, Comune compreso, che arriva addirittura a chiedervi l’affitto. Come ultima cosa mi permetto di darle un consiglio: i tifosi meritano rispetto, che non si dà portando una manciata di biglietti ai cancelli, ma capendo che a loro bastano due parole sincere per seguire ancora la loro squadra, per amarti di più. Chi ha sacrificato tempo, soldi e affetti per seguirvi sempre fino anche in Sardegna merita una riverenza e non menzogne. Se lo faccia dire da un tifoso, del Grosseto. Insomma, e parlo per me, se ve ne andate non mi mancherete affatto.
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