Almanacco del Calcio Toscano

Eccellenza – Pellegrini (Camaiore): “Io? Meglio da giocatore che da d.s. …”

Del Camaiore Calcio ASD è stato prima giocatore e poi direttore sportivo. Giocatore bluamaranto lo è stato per praticamente una vita (terzino destro di gran corsa e temperamento sulla fascia, adattabile anche a centrale), giusto con qualche annata vissuta altrove, ma sempre nella sua amata Versilia, con Forte dei Marmi, Pietrasanta e Versilia 98 facendo sempre Serie D ed Eccellenza, oltre alla parentesi finale col Marina La Portuale. Direttore lo è da qualche anno nonostante non abbia ancora compiuto 39 anni (lo farà a breve: il 26 aprile) e ci siano suoi coetanei ed ex compagni che giocano ancora. Iacopo Pellegrini è uno degli uomini-simbolo del pallone versiliese. Lui che con fatica e sudore, lavorando sodo sin da quando era nei settori giovanili del Forte e della Carrarese, si è guadagnato un posto al sole nel calcio del nostro territorio. Nessuno gli ha regalato niente. Il calcio poi è una questione di famiglia. Il fratello Andrea è stato ottimo portiere e bandiera dell’Atletico Forte di cui ora è a sua volta ds. Il babbo Giorgio Pellegrini è stato un talento con trascorsi pure in C tra Brescia, Cuoiopelli e Cavese prima di fermarsi in Versilia (giocò nel Querceta) per amore di Clara Celi con la quale ha messo su famiglia facendo i due figli… calciatori prima e direttori adesso. Vediamo come Iacopo Pellegrini ha risposto alle domande del nostro Simone Ferro. Iacopo, come stai vivendo questo momento di stop forzato a casa?
«Ci troviamo di fronte ad una pandemia mondiale. Il momento è difficile e surreale. Sono convinto che in questo frangente la cosa più importante da fare per tutelare in primis la salute dei nostri genitori è rispettare le regole che il governo ci ha dato. Solo così potremo uscire prima possibile da questa tragedia».
Come si gestisce, da direttore, una squadra, un gruppo e uno staff a distanza?
«I primi giorni sono stati tosti perché pensare al calcio era veramente impossibile. I miei primi riferimenti sono i due presidenti Norberto e Michele Pardini. Quest’ultimo vive a Bergamo e quindi vi lascio immaginare la situazione che sta vivendo. Mi confronto quotidianamente con loro. Per quanto riguarda la squadra, ogni lunedì i ragazzi ricevono tramite la chat che abbiamo il programma col lavoro settimanale da svolgere individualmente, grazie al lavoro di Moriani e del suo staff».
Credi che la stagione la si potrà portare al termine? E se sì… come?
«Al momento dare una risposta precisa non è assolutamente possibile. L’interesse di tutti è provare a terminare i campionati in corso qualora ci siano i requisiti per poterlo fare tutelando anzitutto la salute di ognuno. Non sta certo a noi dirigenti dettare le linee guida. Ci sono organi di competenza e professionisti preparati a prendere tali decisioni. Detto questo, parlando strettamente di calcio, ho avuto la fortuna di giocare e stare a contatto con qualche giocatore di Serie A e mi hanno sempre detto che le dinamiche del calcio sono uguali in tutte le categorie, dalla Terza fino alla massima serie. In questi giorni sono sempre collegato sul canale 200 di Sky e spesso sento Lotito dire che la stagione deve essere portata a termine. Lo stesso vale per il nostro campionato: chi è in piena corsa per gli obiettivi prefissati vorrebbe portare al termine la stagione, chi invece è in grossa difficoltà ed è lontano dai suoi obiettivi vorrebbe che tutto finisse così. Dobbiamo avere fiducia nella nostra Lega e attenersi alle loro decisioni».
Come valuti l’annata del tuo Camaiore?
«L’annata ad oggi è molto buona. Dobbiamo recuperare la partita con la Virtus Viareggio: con quei 3 punti saliremmo al terzo posto a 9 lunghezze dalla Pro Livorno capolista, dentro i playoff e quindi in linea con il nostro obiettivo stagionale. Purtroppo abbiamo avuto un inizio con tanti pareggi, sopratutto in casa dove la sorte non è stata dalla nostra parte. L’obiettivo è provare a vincere i playoff».
Quanto credi avrebbe cambiato le sorti del campionato il fatto che Giacomo Rossi della Pro Livorno quest’estate è stato così vicino al Camaiore?
«Sì, è vero, Giacomo in estate è stato molto vicino al Camaiore. Non posso dire con certezza dove saremmo arrivati con lui perché ho piena fiducia nei miei giocatori… ma ti dico solo che averlo avuto con noi sarebbe stato togliere 20 gol stagionali e il suo leader tecnico alla prima della classe».
Prima dell’avvento del Coronavirus… vedevi il futuro del Camaiore ancora con Moriani in panchina la prossima stagione?
«Certo, Moriani è il nostro allenatore».
Iacopo Pellegrini meglio da giocatore o da direttore?
«Sicuramente meglio da giocatore dove ho una bella carriera alle spalle documentata da un notevole numero di presenze in Serie D, qualche gol importante e sopratutto tanta umiltà e grande passione. Da direttore sono sempre giovane e posso solo ringraziare la famiglia Pardini che appena ho smesso mi ha dato subito questa possibilità scommettendo su di me con l’obiettivo di farmi crescere come direttore e di conseguenza come uomo. Aver subito riportato il Camaiore in Eccellenza alla mia prima esperienza da ds, insieme al lavoro di mister Mirko Pieri, è stato motivo di orgoglio».
Dove credi di poter arrivare come ds? Hai un obiettivo (categoria) che punti a raggiungere?
«Sono molto ambizioso. Ad oggi il mio unico obiettivo è quello di entrare nei playoff e provare a vincerli. Per arrivare lontano ci vuole un curriculum ben definito. Credo nella meritocrazia e non nell’improvvisazione».
Il miglior allenatore che hai avuto quando giocavi? E il direttore cui ti sei ispirato come modello… anche ad alti livelli?
«Da giocatore ho avuto la fortuna di lavorare con tanti allenatori, la maggior parte dei quali tutti molto preparati. Se devo fare un nome dico Stefano Ciucci, grande professionista e uomo vero. Come direttore mi affascina la figura di Cristiano Giuntoli perché ha portato una realtà come Carpi dall’Eccellenza alla Serie A. Detto questo, io ho grande stima e riconoscenza verso “Il Direttore” Brunello Ceragioli».
Qual’è stato il punto più alto della tua carriera? Quello che conservi con maggior emozione nel ripensarlo?
«Il punto più alto della mia carriera è stato dal 2010 al 2012: il ritorno in Serie D con il Camaiore di Ciucci. Il primo anno si girò secondi dietro al Borgo a Buggiano di Guido Pagliuca che poi vinse il campionato andando a pareggiare a Ferrara con la Spal e vincendo in casa col Pontedera: quelle squadre oggi farebbero la voce grossa in Lega Pro. Il secondo anno si mantenne la categoria e personalmente feci anche due gol importanti. Sono stati anni fantastici. Eravamo veramente un gruppo forte e unito. L’emozione più grande è il gol a Massa contro una grande Massese in una semifinale playoff in uno stadio importante… e soprattutto quel gol segnò la strada per la Serie D. Quegli anni li porto dentro di me con grande entusiasmo».
Il compagno e l’avversario più forti che hai trovato in carriera?
«Ho iniziato la mia carriera in prima squadra nel ’99 quando la Serie D si chiamava interregionale e i fuoriquota erano solo due. In quell’anno avevo come compagni giocatori del calibro di Bresciani, Rombi, Mussi, Baratta, Luperini, Merciadri ed il grandissimo Paolo Moschetti: giocatori veri. Ma se devo fare un nome che racchiude i miei 18 anni di calcio giocato, il mio compagno più forte si chiama Federico Tosi: dal 2010 al 2015 credo che poteva giocare in Serie A. Aveva tutto: destro, sinistro, tecnica, potenza, cattiveria. Che trascinatore! Un giocatore incredibile. Gli avversari negli anni della Serie D erano tosti ma faccio due nomi: Luppi, attaccante impressionante della Correggese, e Floriano che a Pistoia giocava dalla mia parte ed era imprendibile».
Il calciatore di queste categorie dilettantistiche, mai avuto sinora alle tue dipendenze, che ti piacerebbe avere un giorno in una tua squadra?
«Giacomo Rossi. Come calciatore in queste categorie sposta gli equilibri. Ho la fortuna di conoscere l’uomo e so cosa porta a livello di mentalità in una squadra che vuole provare a vincere».
L’amico più vero che hai nel mondo del calcio?
«Ho avuto la fortuna di debuttare in D nel 1999 e il centrale difensivo di quella squadra era il mio migliore amico di vita. Poi con lui ho fatto un’altra stagione in Eccellenza e condividere nella carriera due stagioni con il tuo miglior amico è veramente qualcosa di unico. Colgo l’occasione per salutarlo e fargli un grosso in bocca al lupo. Sto parlando di Giacomo Vannoni».

FONTE: Pagina Facebook Palla al centro