Almanacco del Calcio Toscano

Eccellenza – Patron Fiorini: “Porta Romana in ottime mani”

Porta Romana ancora protagonista sul mercato. Il d.s. Niccolò Chiarelli comunica l’arrivo dell’esterno offensivo classe 1992 Claudio Gambineri, proveniente dal Galluzzo (ex-Legnaia, con mister Lacchi ha segnato 18 reti in Promozione; «è stato preso per ripartire dove l’allenatore l’aveva lasciato», spiega Chiarelli), dell’attaccante classe 1989 Niccolò Malpici (nella foto; «un ritorno nella famiglia arancionera») e del difensore centrale classe 1989 Simone Ulivi, proveniente dal F.C. Cubino («voluto da tutto lo staff, ha già lavorato con Pablo Simoni»). Tre nuovi arrivi (e un altro paio di colpi in arrivo la prossima settimana, «siamo sempre vigili sul mercato, aspettatevi una ciliegina», conclude Chiarelli) e una conferma: Giuseppe Calabretta, talentuoso centrocampista classe 1994 già in forza al Porta Romana nella seconda parte della stagione 2019/20.
Il patron Stefano Fiorini si concede poi ai canali ufficiali del club con una lunga intervista che f ail putno sulla “vita” della società arancionera. Un caffè con Stefano Fiorini, discorrendo della complicata ripartenza del calcio dilettantistico e giovanile, di un Porta Romana “traghettato in ottime mani”, delle partite dei professionisti viste in televisione da giugno ad oggi e delle difficoltà incontrate da giocatori e staff con tante partite ravvicinate. Infine, un’anticipazione: Fiorini è pronto ad offrire il suo impegno e le sue idee per la categoria dei preparatori atletici candidandosi alla vicepresidenza Aiac per la componente preparatori atletici. Cominciamo dal Porta Romana, dopo un periodo tormentato in estate c’è stata un’importante svolta societaria…
«Dopo la precedente gestione, fallimentare sotto diversi punti di vista, il timone del Porta Romana è ora in ottime mani e la società avrà sicuramente un futuro importante. Le persone che tutti insieme abbiamo scelto per la governance della società, il Presidente Lapo Cirri e il consiglio direttivo, hanno tutta la mia stima e la mia fiducia. Così come Niccolò Chiarelli alla direzione sportiva. Mi sento pienamente rappresentato da queste persone. Se mi chiederanno collaborazione, nei limiti del tempo disponibile, sarà un piacere dare una mano ogni volta che mi sarà chiesto, perché il Porta Romana è una famiglia e quando c’è da fare ci si rimbocca tutti le maniche, nel rispetto dei ruoli e dell’organigramma che ci siamo dati…»
Dopo cinque mesi i ragazzi sono tornati in campo per l’inizio della preparazione. Si riparte mentre cresce la preoccupazione per l’aumento dei contagi e senza la certezza di come e quando comincerà il campionato…
«Fino ad oggi è ripartito solo il calcio professionistico, con atleti monitorati costantemente e senza pubblico negli stadi. Per il calcio dilettantistico la ripartenza sarà ancora più complicata, temo lunga e con continui “stop and go”. Personalmente vedrei bene una ripartenza a scaglioni: prime squadre, poi juniores e a seguire i settori giovanili e l’attività di base. Sarà una stagione anomala anche per i nuovi format dei campionati. Per le società dilettantistiche è ovviamente impossibile pensare ai controlli ai quali sono sottoposti gli atleti professionisti. Possiamo affidarci solo al parere della scienza, che ci dice che le probabilità di contagio sono minime durante le partite mentre crescono notevolmente quando si condividono spazi comuni: spogliatoi, trasferte, pranzi, riunioni. Non dimentichiamoci che lo sport di base e dilettantistico deve essere fonte di gioia e divertimento e non può essere fonte di ulteriore preoccupazione…»
Hai seguito la serie A e le “final-eight” di Champions League e Europa League? Come preparatore atletico come valuti il calcio post-lockdown? E che lavoro faranno le squadre in queste settimane?
«In questo mese e mezzo i protagonisti, giocatori e staff, sono stati sottoposti ad uno stress altissimo. Mi sono confrontato con alcuni colleghi che mi hanno fatto presente le grandi difficoltà incontrate. A livello di performance, i dati confermano le mie impressioni, ovvero che in serie A dopo una partenza lenta si sono raggiunti valori molto elevati di intensità dalla terza/quarta partita. Nella fase finale, invece, quando in molti casi le squadre avevano già raggiunto i loro obiettivi, i ritmi sono calati e paradossalmente sono aumentati gli errori tecnici. A conferma del fatto che la componente motivazionale è preponderante! A livello europeo invece ho visto molte belle partite, mi è piaciuta molto la finale di Champions di domenica ad esempio. A livello di preparazione, interessante è l’esperienza del Lione. Ho parlato con il loro preparatore atletico, un italiano, Paolo Rongoni, che è riuscito ad organizzare al meglio il periodo precedente la Champions, non avendo altri impegni ufficiali. Il Lione ha sfruttato lo stop del campionato per programmare una preparazione classica, mirata all’evento. Nelle prime settimane hanno svolto un lavoro fisico importante, dedicandosi poi nelle settimane successive a lavori di alta specificità…»
Come ripartiranno le nostre squadre professionistiche?
«I tempi sono sempre più ristretti e quindi l’esperienza del Lione non è assolutamente riproponibile. La classica preparazione precampionato del resto è già superata da diversi anni. Quest’anno con ancora meno tempo a disposizione i colleghi dovranno ricercare soprattutto il benessere del calciatore e il miglioramento della performance con mezzi sempre più diretti e specifici…»
Progetti personali per il futuro?
«La vicenda della cosiddetta “calciopoli toscana”, risoltasi positivamente, mi ha purtroppo fatto perdere 3 anni. Oggi ho voglia di offrire il mio impegno e le mie idee alla categoria dei preparatori atletici, a livello organizzativo, scientifico e culturale. Sto pensando di mettermi in gioco in prima persona, candidandomi alla vicepresidente Aiac per la componente preparatori atletici. Ne riparleremo tra qualche settimana…»

FONTE: csportaromana.it

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