Prato: penalizzazione confermata, respinto il ricorso, -3 in classifica
La penalizzazione è confermata: il Prato si vede togliere tre punti in classifica nel Girone D di serie D, dopo che è stato respinto il ricorso. La vicenda risale all’anno scorso in merito a un accordo economico che la società del presidente Stefano Commini aveva sottoscritto con il “secondo” di Amelia, Alessandro Moglioni, e “risolto” al di fuori della giustizia sportiva, presso il Tribunale di Prato, violando così la clausola compromissoria che impone di risolvere qualsiasi tipo di vertenze all’interna della Giustizia Sportiva (o, eventualmente, di chiedere il “permesso” alla Federazione per muoversi al di fuori di questa, nella giustizia ordinaria, cosa che non è accaduta nella fattispecie).
La decisione era stata comunicata il 24 novembre dal Tribunale Federale Nazionale, e cinque giorni dopo, il 29 novembre, il Prato tramite l’avvocato Fabio Giotti aveva presentato reclamo. Il procedimento aveva portato alla decisione (richiamando le sanzioni previste dall’articolo 34, comma 1, del CGS-FIGC,) che irrogava al presidente Stefano Commini, la sanzione di un anno di inibizione e 500 euro di ammenda e al Prato tre punti di penalizzazione in classifica da scontarsi nella corrente stagione sportiva, oltre a 500 euro di ammenda. La “colpa” del Prato era stata riconosciuta nella volontà di sottrarre la controversia alla giurisdizione endofederale. La Corte osserva che “il deferimento di cui trattasi imputa ai soggetti deferiti di aver sottoscritto un accordo economico contenente una clausola compromissoria elusiva del c.d. vincolo di giustizia, proponendo di derogare dalla competenza del Collegio Arbitrale devolvendola al Tribunale di Prato, quindi al Giudice Ordinario, contravvenendo in tal modo ai principi dell’Ordinamento Federale”.
La tesi difensiva, per quanto sorretta da pregevoli argomentazioni, non ha convinto la Corte: l’accordo economico sottoscritto dalla Società raffigura infatti una rinuncia preventiva alla tutela giustiziale oggetto di clausola compromissoria ed esprime l’intento di radicare eventuali controversie presso la giurisdizione ordinaria, sottraendole alla giustizia federale ed impedendo quindi il formante dei provvedimenti federali. La decisione del Tribunale è quindi confermata dalla Corte d’Appello Federale, presieduta da Mario Luigi Torsello: le punizioni sono commisurate nel rispetto dei limiti normativi, in misura ragionevolmente idonea e proporzionata a realizzare, per la società resasi responsabile delle violazioni, lo scopo proprio retributivo della pena ed anche un conseguente effetto di deterrenza. In particolare, riguardo alla penalizzazione in classifica inflitta alla Società (sulla quale la difesa ha particolarmente insistito in sede di discussione), deve escludersi un libero ed arbitrario potere del giudice nella commisurazione della sanzione al di sotto del minimo (appunto tre punti), tenuto conto che l’esercizio di siffatto potere riduttivo deve ritenersi precluso dall’esigenza di garantire la regolarità del campionato, nell’interesse delle altre società che ad esso partecipano e sulle quali la richiesta di rideterminare discrezionalmente la penalizzazione in misura inferiore al minimo edittale finirebbe per incidere.
Il Prato “scende” quindi a 24 punti in classifica (a fronte dei 30 conquistati sul campo, si ricordi infatti anche la sconfitta a tavolino per cambi errati nel match di Forte dei Marmi contro il Real), immediatamente sopra la zona play-out. (clicca qui per vedere la “nuova” classifica)
Il Prato, poi in mattinata, in relazione alla decisione non definitiva pronunciata dalla Corte Federale d’Appello che ha respinto l’impugnazione proposta avverso il provvedimento del Tribunale Federale che comminava la penalizzazione di 3 punti in classifica nella corrente società sportiva, comunica di aver già depositato nei giorni scorsi il ricorso innanzi al Collegio di Garanzia per ottenerne l’annullamento della decisione.