Almanacco del Calcio Toscano

C.R.U. – Le società umbre compatte: così non si può ripartire

“Vale la pena iniziare adesso e non attendere l’inizio delle scuole a metà settembre per valutare l’andamento dell’emergenza sanitaria? Con questo protocollo, in ogni caso, è impossibile ripartire”.
E’ il messaggio unanime lanciato dalle società di Eccellenza e Promozione riunite nella sede del Comitato Regionale Umbro a Prepo. Un incontro voluto dal presidente regionale della Lnd Luigi Repace per fare il punto con tutti i presidenti.
Chi si attendeva date di inizio dei campionati è rimasto deluso. Perché in questo momento i problemi sono altri e più seri. Il primo è legato alla responsabilità dei presidenti. Un aspetto fondamentale sul quale le 41 pagine del protocollo redatto dalla Federcalcio non fanno chiarezza.
Per questo le 54 società umbre hanno dato mandato al Cru di inviare alla Lnd a Roma una lettera per chiedere la revisione del protocollo. Una volta ricevuta risposta e, si spera, una volta accolte le istanze, il Cru deciderà la data del via dei campionati, dando alle società almeno un mese di tempo per iniziare la preparazione prima delle gare ufficiali.
Particolarmente apprezzato l’intervento del presidente della Narnese, Paolo Garofoli, che ha ringraziato Luigi Repace per la perseveranza nell’attendere norme chiare prima di stabilire la ripartenza.
Il tutto considerando che l’Umbria è ancora l’unica regione a non aver comunicato date ufficiali ma è anche la regione in cui le società hanno già versato interamente i soldi dell’iscrizione. Se non l’unica, una delle pochissime. E questa sarà un’arma importantissima per Luigi Repace al cospetto della Lnd. Della serie, “Noi siamo pronti, le nostre società hanno pagato, vogliono ricominciare ma vogliono farlo in maniera tale da tutelare la salute dei calciatori. Ora ascoltate le nostre istanze”.
Paolo Garofoli, nel suo intervento, ha riassunto un po’ tutti i punti fondamentali: “Siamo tutti riuniti in maschera ma non è carnevale. Invece di affrontare l’inizio di una stagione in maniera gioiosa – ha precisato il presidente della Narnese – siamo preoccupati se iniziare o prendere una decisione forte e coraggiosa in controtendenza con le altre regioni. Tutti oggi si rammaricano perché hanno riaperto le discoteche. Ma quando avveniva la riapertura, quei signori dove erano? E lo stesso varrebbe per noi se avessimo ricominciato a giocare.
Noi abbiamo pagato regolarmente l’iscrizione al campionato ma non abbiamo intenzione di mettere a repentaglio le nostre famiglie e le nostre attività. Non abbiamo intenzione di far perdere la salute, valore costituzionalmente riconosciuto, ai nostri tesserati. Il calcio a questi livelli deve essere un divertimento e vorrei che a Roma lo capissero.
I presidenti sono direttamente responsabili di un infortunio che prima non c’era. Dopo che uno mette i soldi, deve anche rischiare penalmente nel fare calcio, oltre al rischio che corriamo quotidianamente nelle nostre aziende. Ma chi ce lo fa fare? E a dirlo è uno che fa il dirigente sportivo da 33 anni.
Per non parlare delle porte chiuse. Il calcio senza pubblico fa schifo già ad alti livelli, pensiamo fra i dilettanti. Per chi giochiamo? A livello giovanile poi non ne parliamo proprio. I genitori che devono andare in trasferta devono restare fuori senza poter vedere i figli. Ma che senso ha? Rivediamo questo protocollo e facciamo questa domanda alla Lnd: vale la pena iniziare adesso e non attendere almeno l’inizio delle scuole a metà settembre per valutare l’andamento dell’emergenza sanitaria e stabilire possibile date di una ripartenza?”.

FONTE: eccellenzacalcio.it